Un teatro di coscienza, per un mondo diverso [Le troiane @ Teatro Elicantropo di Napoli]

«Faccio teatro per problemi di coscienza, è l’unico modo per sentirmi ancora vivo e indipendente in questo mondo orribile che ci circonda e che peggiora di giorno in giorno».
(Carlo Cerciello, regista)

Non rovinerebbe certo lo spettacolo dire quello che accade alla fine di questo, lì dove la fine è già scritta, perché perennemente davanti ai nostri occhi, schermi, televisori, una fine che nasce dal buio in cui sembra siamo caduti, qui e adesso; non rovinerebbe certo lo spettacolo, considerato che mentre si aspetta in fila per accomodarsi in teatro, sul megaschermo proprio davanti a noi continuano a scorrere ineludibili le immagini dell’attuale massacro che continua là fuori, in questo momento e da sempre, il popolo palestinese ingiustamente massacrato, senza colpe, popolo a cui questo spettacolo è con pietà e compassione dedicato.

Carlo Cerciello prende Le troiane di Euripide e le riscrive attraverso Seneca e Sartre, aggiungendoci anche altre tragedie, Elena ed Ecuba, presentandoci quindi magistralmente questo spettacolo che come sottotitolo recita programmaticamente  in guerra per un fantasma: tutte le guerre nascono da un fantasma, qualcosa che non esiste e viene subito dimenticata, proprio come la verità, non appena violenza e bugie cominciano a prosperare.

L’azione si svolge su due piani, sullo sfondo vediamo una donna seduta a un tavolino, è vestita di bianco, all’occidentale, all’apparenza sembra godersi una vacanza, l’ombrellone che la protegge dal sole, la cannuccia che spunta da una bottiglia di coca-cola. Più vicine a chi assiste, quasi a ridosso degli spettatori, tre figure a lutto riverse su quello che sembra essere ghiaino bianco, piegate e distrutte dal dolore, aspettano chi non tornerà più, la vendetta come unico scopo di vita, ormai.

Gli dei hanno cospirato contro gli umani, e continuano a cospirare attraverso i mezzi più subdoli e diversi, ne leggiamo le parole come se stessero scorrendo su un social, intuizione moderna e potente: oggi piccole o grandi le guerre scoppiano e si alimentano così, per un qualcosa  letto o apparso in quel tritacarne mediatico che manicheisticamente riduce il tragico a un semplice bianco e nero, dove il torto e la ragione si fanno sempre più confusi ed è sempre il più forte a vincere, al di là di qualsivoglia giustizia. Lacerate dal dolore, gli occhi spiritati dal desiderio di vendetta, Ecuba, Cassandra e Andromaca piangono i cari perduti, e non è certo un caso che a terra venga deposto un neonato avvolto in una kefiah palestinese.

Sullo sfondo c’è lei, Elena di Troia, madre di tutte le guerre, un’Elena  americana com’era la Marilyn Monroe che augurava tanti auguri di buon compleanno al signor presidente, altri tempi per altre guerre, ma ogni guerra è uguale a se stessa, senza vinti né vincitori. Le troiane vivono su una spiaggia color bianco sporco, la silhouette di Elena viene illuminata da colori che ricordano ancora un’ingiusta guerra moderna, il blu del cielo, il giallo del grano, una guerra a cui l’Occidente guarda con più partecipazione: esistono popoli più fortunati di altri?

Elena viene attaccata e avversata da Ecuba, Andromaca e Cassandra, donna contro donna, ma siamo sicuri che la colpa della guerra sia di Elena? Lo stesso Euripide scrive dell’innocenza di Elena, vittima della sua stessa bellezza non ha tradito  il marito, le guerre sono sempre economiche, e sempre profondamente ingiuste. Come carta straccia arriva questo messaggio alle nostre menti narcotizzate e analfabete, così annota il lucidissimo regista, quasi senza speranza; eppure, qualcosa resta, non foss’altro il silenzio assordante su cui si chiude lo spettacolo, riaccendendo la luce sulla bandiera palestinese, e lasciando ogni spettatore ai propri pensieri. Uno spettacolo tutto al femminile (bravissime Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei) che già in questo rappresenta e spera una nuova vita, se nuova vita potrà mai esserci.

[visto l’11 gennaio 2024 al Teatro Elicantropo di Napoli, in scena fino al 4 febbraio 2024]

 

Anonima Romanzi Teatro Elicantropo
presenta

Le Troiane
in guerra per un fantasma
da Le Troiane, Ecuba ed Elena di Euripide
adattamento di Sartre, riscrittura di Seneca

attrici Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei
costumi Antonella Mancuso
musiche Paolo Coletta
foto di scena Anna Camerlingo
aiuto regia Aniello Mallardo
realizzazione scene Andrea Iacopino
realizzazione costumi Laboratorio Donadio
video editing Fabiana Fazio
assistenti Anna Orabona, Umberto Ranieri, Luca Russo
regia Carlo Cerciello

si ringraziano Cesare Accetta, Roberto Crea

 

Lucio Carbonelli

la forza della gentilezza e il potere dell'immaginazione

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2 risposte

  1. Immavilla@libero.it ha detto:

    grazie a nome del Teatro Elicantropo, delle attrici e di tutti quelli che hanno contribuito all’allestimento

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