The Interrogation, Milo Rau debutta a Napoli (e non convince)

Arriva al Teatro Mercadante di Napoli per tre sere (dal 2 al 4 febbraio) The interrogation di Milo Rau, al suo debutto in città. Uno spettacolo che nasce da una storia di amicizia, quella
tra l’autore Édouard Louis e il regista, e che gira attorno al concetto chiave che “l’essenza stessa del teatro è la stessa della letteratura”.

In scena c’è Arne de Tremerie, attore di NTGent global ensemble, che prende, in effetti, un testo frammentario e prova a comporlo davanti a una telecamera e al pubblico napoletano. Apprendiamo, infatti, che l’idea di base di The interrogation è fatta di una serie di domande senza risposta che Arnie rivolge sistematicamente al pubblico, come se fosse un navigato stand-up comedian. Il fondamento dello spettacolo è una biografia, composta per frammenti, dello scrittore francese Édouard Louis, che compare su uno schermo quasi come Doppelgänger. Le tracce ce lo fornisce lo stesso de Tremerie, quando prende dallo zaino “Nox” di Anne Carson, che non è un libro ma una scatola-tomba pesante e grigia con dentro un unico lungo foglio – con i ricordi del ragazzo scomparso – da ripiegare e riporre nel box. “Una biografia dell’assenza”, così la definisce Arne.

Forse anche questa è una chiave di lettura dello spettacolo, il testo frammentato e l’assente, che l’attore prova a cercare nel semibuio della scena, per provare a raccontare il passato inteso come un oggetto perduto.

Apprendiamo che Edouard Louis, da adolescente, sognava di diventare attore o cantante. Come attore ha anche avuto un certo successo quando Thomas Ostermeier lo ha diretto ma l’incontro con Rau si è rivelato però meno fecondo. La produzione si è così trovata con un problema. Rau, allora, pensa che Arne De Tremerie, con cui aveva già collaborato in ‘Grief and Beauty’, possa essere la persona giusta per mettere in scena la vita di Louis, dapprima come “lettura performativa” e, infine, in una forma spettacolo. Rau, prova dopo prova, si convince che Arne è la persona giusta per tradurre sul palco il pensiero e la storia di Louis.

Ecco, quindi, de Tremerie sedersi su una sedia, a favore di telecamera, mentre si cala nella parte dello scrittore francese. Inizia a mettere in scena l’autobiografia di Edouard Louis, la sua storia familiare in una famiglia povera e operaia, la sua omosessualità. E poi la svolta, il successo come scrittore, il sogno di diventare attore o cantante.

Monologo incentrato sul dubbio e sul fallimento, The interrogation è caratterizzato da una serie infinita di interrogativi che l’attore pone al pubblico (e, ovviamente, a sé stesso) ma anche da una porzione consistente di frammenti di vita, episodi di realtà che il teatro di oggi non riesce sempre a catturare.

Problema che, a quanto pare, non tocca il teatro militante di Rau che, con il suo famoso decalogo-manifesto che propose a Gent (una sorta di “Dogma 95”), si è posto l’obiettivo di “rendere reale la rappresentazione stessa”.

Nulla di tutto questo è accaduto durante il suo debutto napoletano. Il pubblico ha applaudito ma, in effetti, The interrogation appare come uno spettacolo debole, con una buona prova attoriale ma che risulta ancora tanto, troppo scollato dalle esigenze di un pubblico non intellettuale.

E, intendiamoci, è un problema imponente, di non poco conto. Perché lo spettacolo non ha nulla della potenza e della profondità di un MDLSX – giusto per fare un esempio, per certi versi, equiparabile – ma è semplicemente una messa in scena colta che un pubblico, per dovere imposto dal proprio status culturale, ha applaudito, seppur tiepidamente, durante la replica del venerdì.

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