Remember, il film di Atom Egoyan sulla memoria

remember atom egoyan

Remember è l’ultimo film del regista canadese Atom Egoyan e racconta del viaggio che fa Zev per smascherare il nazista, nascosto sotto falso nome in America, che ha ucciso la sua famiglia. Zev è molto vecchio, soffre di importanti disturbi della memoria e, quindi, la sua ricerca soffre dei classici intoppi legati alla sua malattia. Lo aiuta Max, un convincente Martin Landau, suo amico nella casa di riposo, che gli scrive una lettera piena di nomi potenziali, alias e indirizzi di nazisti che hanno operato ad Auschwitz. Lo assiste, inoltre, dalla casa di riposo organizzandogli tutti gli spostamenti dal Canada agli Stati Uniti.

Il film gioca, in maniera intelligente, sul tema della memoria, intesa non come memoria storica ma come ricordo di un affetto o di un dramma personale. Lo script di Benjamin Agosto insiste molto su quest’aspetto, citando doverosamente “Memento” di Christopher Nolan, ma, in più, aggiunge una vena umoristica, sia volontaria che involontaria, per alleviare la tensione. Cita il Quentin Tarantino di “Kill Bill” sul tema della vendetta e immerge la storia in un’atmosfera hitchcockiana, da cui è difficile uscirne. Egoyan osserva semplicemente la vicenda da esterno e lascia molto spazio ai suoi personaggi: Christopher Plummer offre una straordinaria interpretazione e lascia Zev in balia delle sue amnesie e in bilico tra la fragilità del suo carattere e la sua sete di giustizia.

Egoyan non approfondisce la storia personale di Zev, anche con flashback improvvisi e sconnessi legati al suo passato, ma si concentra unicamente nel ribaltare, con grandissima abilità, il dramma spostandolo sulla dimensione del thriller con tutte le problematiche del caso. Zev compra una pistola, quando cerca di impugnarla trema ed è tenero nella sua “caccia nazista”. Eppure tutto è funzionale a un cambio di ritmo importante, strategico, che non smette di coinvolgere lo spettatore senza, però, tirare in ballo simboli legati alla Shoah e lasciando la Storia come sottotesto narrativo.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *