L’Esorcista, il film che rivoluzionò il genere thriller

Sono passati più di trent’anni da quando il termine “possessione demoniaca” entro’ prepotentemente nelle coscienze di milioni di telespettatori sparsi in tutto il globo terrestre. Mai prima di allora il “culto di Satana” nonche’ le relative metafore sul male piu’ estremo immaginabile erano stati trattati in maniera cosi’ scioccante, inusitamente violenta.
E’ il 26 Dicembre 1973, giorno di Santo Stefano: viene proiettata per la prima volta sui grandi schermi una terrificante, agghiacciante pellicola su di uno (scottante, assai per l’epoca) tema all’interno del quale nessuno si era mai praticamente imbattuto. Prima dell’ESORCISTA (regia di William Friedkin, gia’ Oscar per il capolavoro poliziesco da lui diretto due anni prima, IL BRACCIO VIOLENTO DELLA LEGGE, protagonista un debordante Gene Hackman) la figura di Satana aveva ricevuto scarne, blande rivisitazioni; semmai la sua tetra, inquietante presenza si poteva palpare, percepire sotto le sembianze di “mostri” passati alla storia del genere horror, quali Frankenstein, il Conte Dracula (od Orlock, vedi primo
memorabile “saggio” sul Principe dei Vampiri, Nosferatu, di Murnau, 1922), Dottor Jekyll e Mr. Hyde, Il Fantasma dell’Opera, di sicuro essa era una presenza “implicita”, una delicata, sottile perversione accennata, ma mai approfondita del tutto.
Conl l’Esorcista il magma malefico incandescente eruttato dal Diavolo acquista per la prima (e forse unica) volta una dimensione a 360°, una forza di inesauribile, inconvertibile male vomitato sullo spettatore sotto forma di estrema, incalcolabile fisicita’.
Il sottoscritto ha sempre vivacemente sostenuto il Cinema Horror, dovesse venire suddiviso, idealmente, in due, antitetiche ere: l’era che precedette l’Esorcista, e quella che lo succedette. In brevi, succinte parole: grazie all’Esorcista, il cinema fantastico avrebbe assistito alla sua piu’ grande rivoluzione “stilistica-horror-visiva”: c’era un “prima”, e ci sarebbe stato un “dopo”: l’Esorcista avrebbe funto da punto transitorio nonche’ a legittimo , ufficiale ingresso nell’era del Cinema Horror Moderno.

Nessuno aveva mai concepito il tema thriller in ambito cosi’ spregiudicamente “demoniaco-possessivo”, e con tale feroce visualita’ e trascendenza.
L’Esorcista non e’ solamente un grande, insuperato noir dell’orrore, ma, lungo l’arco di questi trent’anni, ha acquistato via via le sembianze di un peso, quasi di una maledizione dalla quale risulta impossibile liberarsene. Una pellicola di straordinario impatto visivo, in grado di “portarti via” occhi, cuore (soprattutto) e mente. Lo si potrebbe definire, senza alcun risparmio di personali vedute, un “sadico, abominevole attentato alle coronarie”, tale e’ la potenza delle immagini, l’espressivita’ del maleficio gettata sadicamente sulll’incauto, per sempre segnato spettatore. Un perfetto, terremotante connubio di fisicita’ e “psichicita”: l’una compensa l’altra, e quando agiscono nello stesso momento il risultato e’ quanto di piu’ terribile e pauroso si possa immaginare.
All’interno di un contesto simile gioca un ruolo di assoluta importanza la sceneggiatura di William Peter Blatty, per la quale lo scrittore vinse (strameritatamente) l’Oscar: essa e’ la perfetta sintesi di tutti gli screenplay dei 30 anni prossimi a venire, naturalmente per quel che concerne il genere fantastico: la Sacra Bibbia subisce uno scioccante, imprevisto scossone, spesso viene attaccata, ridicolizzata, rivoltata su se stessa, massacrata, ribaltata a piacimento dalla opprimente teatralita’ “schizzata” dal corpo (“distorto”, deformato dal Demone possessore) della disgraziata Reagan (una straordinariamente intensa, indimenticabile Linda Blair, per sempre psichicamente “condannata”, e non poteva essere certo diversamente, dall’interpretazione offerta ne l’Esorcista).
Lo sconcerto e’ il piu’ lampante, ovvio comune denominatore per un’opera ancora in grado di stupire e catalizzare l’occhio umano indirizzandolo verso il piu’ grande spettacolo grandguignolesco mai apparso sulla scena. Tutto cio’ che sarebbe venuto dopo l’Esorcista ci apparira’ come scontato, noioso, prevedibile: per anni si credera’ (infaustamente) che possano bastare effettacci scenici (alquanto di dubbio gusto) onde spaventare una folta platea, la quale al massimo, oramai abituata alle sconcezze sacrileghe del masterpiece di Friedkin, potra’ attendersi non piu’ di qualche scia di vomito bollente o un paio di crocefissi rivolti al contrario….
Allora il termine splatter non esisteva: film il cui epicentro era rappresentato da corpi sventrati o piu’ semplicemente divorati da morti viventi non costituivano ancora il palinsesto horrorifico-visivo a cui tutti oggi, piu’ o meno, siamo abituati. Ne L’Esorcista vengono tracciate anche le prime coordinate di questo nuovo … “movimento”: come mai altro si potranno definire le orde di poltiglia verdastro-incandescente gettate a folle velocita’ dalla posseduta Reagan?…
Una caratteristica di estrema peculiarita’ riguardante questa pellicola sta nell’accuratissimo, mai debordante dosaggio di effetti speciali e trovate sceniche: la grandezza del film e’ (soprattutto, a mio vivacissimo, incontestabile parere) insita nella perfetta, maniacale misurazione degli elementi scenici che hanno reso l’Esorcista un fenomeno cinematografico di assoluta unicita’.
In definitiva, grazie a questa trasposizione cinematografica dell’eterno scontro tra Bene e Male, Satana viene introdotto alla psiche umana dello spettatore come anima astratta e senza volto,per poi, nel proseguio del film, apparire in una forma progressivamente fisica, assumendo connotati ultra-macabri e deformi, evidenziato dal monumentale, a tratti quasi glam-kitsch, trucco attraverso il quale il maleficio compie prodigi di estetica e contorsione mai escogitati e poi tradotti in scena prima dell’avvento di questo capolavoro per antonomasia del cinema fantastico. Elementi hard-gothic-core e torture psichiche si fondono in un melting pot insuperato e di grande appeal.
E dopo essersi divertito a squarciare, ledere e assalire milioni di menti umane, Sua Grande Entita’ del Male il Diavolo fara’ presto ritorno nella piu’ abituale “dimora”, quella astrattezza implicita sepolta (ma mai del tutto cancellata) dai grandi lati oscuri che la vita, quando meno te l’aspetti, e’ in grado di offrirti…per non lasciarti mai piu’…

Articolo di Alan Tasselli, pubblicato su DriveMagazine

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