The Hateful Eight, l’ottavo film di Quentin Tarantino

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Memorie di Quentin Tarantino.
Qui narrerò la gestazione del mio western “The Hateful Eight” nelle sale italiane dal 4 Febbraio 2015.

Voglio girare un altro film western, mi sono rimaste altre idee in circolo che non sono riuscito ad inserire nel mio precedente Django Unchained, tipo le sputazzate a sangue in faccia ai protagonisti.
Però questa volta voglio osare, non come i miei precedenti lavori, cazzo, è pur sempre il mio ottavo film!
Stavolta deve essere più grande, a partire dal titolo: basta titoli con una o due parole, per questo titolo di parole ce ne voglio almeno TRE.

Deve iniziare con una carovana in mezzo alla neve, 6 cavalli che affondano le loro zampe nel morbido bianco, una bufera che si sta avvicinando ed in mezzo a tutto questo candore ci voglio dei protagonisti che iniziano a respirare aria di morte.
E deve durare almeno 3 ore: non è possibile che al montaggio devo essere sempre costretto a tagliare le durate dei primi piani a massimo 2 o 3 secondi, voglio lunghi silenzi in cui i protagonisti si guardano tra loro senza dire nulla;
lo faceva Sergio Leone… io sono forse peggio di lui? Col cazzo.

Ovviamente Morricone dovrà scrivermi la colonna sonora, non può essere lo stesso vecchio west senza di lui.

NOTA: chiamare Ennio per prendere appuntamento, compatibilmente con le sue feste di piazza.

In mezzo a carovane, neve e cavalli ci voglio Samuel Jackson, Kurt Russell e Tim Roth ed un luogo in cui tutti possano restare costretti dentro per 2 ore di film: sarà spiazzante!
Io sono Quentin Tarantino e nessuno può dirmi nulla… ma sono magnanimo e penso che i miei fan debbano essere ricompensati per avermi ricoperto d’oro.

NOTA: copie-copiarelle da inserire nel film:

  • lo stile de Le Iene, funziona, è statico, così mi aiuterà con la sciatica e la cervicale che avanza
  • carrellata verso il basso che attraversa il pavimento come in Inglourious Basterds, pure messa a cazzo, basta che ci sia
  • canovaccio preso da La Cosa di John Carpenter, ottimo esempio! Luogo chiuso (vedi appunto precedente), così non impazzisco con la sceneggiatura ed ho la possibilità di inserirvi un centro di ricerca emporio, con caffè e stufato, con cucchiai e scodelle di legno, con il caminetto e il cesso all’aperto

Deve essere pieno di dialoghi fuffosi – i fan impazziranno! – non a livello di “Un quarto di libbra con formaggio” che è già troppo intellettuale: basta una cosa più semplice, la parola d’ordine sarà

“creare atmosfera dal nulla verbale”.

Voglio che ci sia anche “Nonno Jack che ha fatto la guerra e gioca a scacchi al parco”, quindi una scacchiera con un nonnino seduto davanti al caminetto di cui sopra che non si muove e che non parla, gioca solo a scacchi.

Poi ci vuole un mistero, pure stupido, non mi importa che sia o meno prevedibile perché non sarà un altro stupido mistero prevedibile, ma un altro stupido mistero prevedibile DI QUENTIN TARANTINO.

La critica impazzirà a cercare tutti i riferimenti dei miei film (mi diverto troppo a metterli, non hanno un cazzo da fare quelli dell’Academy che passano le ore a scovarli ahahahahah!) e tutte le libertà mi saranno concesse dalla produzione!

NOTA: ricordarsi di inserire le sputazzate di sangue in faccia, anche più di una

Voglio infine tanta violenza gratuita, quei grandi schiaffi con le nocche rivolti ad una donna che non può muoversi (ricordarsi di chiamare Jennifer Jason Leigh, che quella li merita proprio gli schiaffoni), gomitate in faccia… e perché no: una bella sparata nelle palle! Non vedo l’ora di girarla! Una sparata nelle palle ci sta sempre bene, così magari me la gioco come difesa nel caso qualche associazione femminista dovesse imputarmi di troppo maschilismo nel film.

NOTA: aggiungere altre due sputazzate a sangue in faccia, si deve vedere bene il sangue.

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