L’Ombra non è mai così lontana di Leila Marzocchi

L'Ombra non è mai così lontana

Ci sono letture difficili, dolorose, commoventi. Letture come L’Ombra non è mai così lontana di Leila Marzocchi, volume pubblicato da Oblomov Edizioni in occasione della Giornata della Memoria di quest’anno, fissata convenzionalmente il 27 gennaio. La scrittrice Edith Bruck firma la prefazione di questo prezioso scritto.

Leila Marzocchi racconta nel libro tanti episodi realmente accaduti, talmente orribili da sembrare frutto di macabre fantasie. Tanto che, molti di coloro che li hanno vissuti hanno fatto finta di dimenticarli.

Una storia riveste particolare importanza per la scrittrice, una storia taciuta da chi l’aveva vissuta in prima persona per un tempo lunghissimo, circa 60 anni.

Dina è stata vittima dei fascisti, giovanissima è stata imprigionata e portata nel lager di Bolzano. Separata dai suoi cari, impossibilitata ad averne notizie, è diventata soltanto un numero identificativo e una mano costretta a lavorare per gli odiati nemici. Dal mese di dicembre del 1944 fino al maggio dell’anno successivo, la fabbrica di cuscinetti a sfera sarà la sua “casa” e la schiavitù e la paura le sue uniche amiche.

Una volta libera, tornata finalmente a casa dopo un lunghissimo viaggio, non troverà ad attenderla nessuno se non la certezza di un terribile presentimento. Soltanto ad agosto Dina scoprirà la mostruosa verità: il padre e il fratello – di appena 17 anni – sono morti nell’eccidio di Sabbiuno. Niente più speranza per la ragazza, niente più promesse di “normalità”. L’orrore ha colpito una famiglia innocente in tutte le forme possibili e Dina è diventata una sopravvissuta.

Questa storia dolorosa è rimasta a lungo senza ascoltatori, un dramma che si è consumato in fretta e ha lasciato un eco che una vita intera non basta a dissipare.

La scrittrice Leila Marzocchi è la nipote di Dina e anche lei apprende i dolorosi dettagli dei giorni più bui vissuti dalla zia solamente nel 2004, anno in cui l’anziana donna rilascia un’intervista all’Archivio Audiovisivo della Memoria del Comune di Bolzano.

Il silenzio è stato rotto e, da quel momento in poi, la Marzocchi lavora per riportare tutto alla luce. La fumettista e illustratrice – che nel corso della sua lunga carriera ha ricevuto tantissimi premi e riconoscimenti – non si risparmia e affronta l’umanità al suo peggio e in tutta la sua insensata malvagità. Il risultato è un libro commovente e imprescindibile, dove la tragica storia di zia Dina si unisce alle tante altre testimonianze raccolte dall’autrice. In particolare, il motore trainante della narrazione sono le vicende dell’ingegnere e scrittore austriaco Simon Wiesenthal, passato alla storia come il “cacciatore di nazisti”, che ha infatti dedicato tutta la sua esistenza a perseguire il suo ideale di giustizia, facendo ogni cosa in suo potere perché i criminali di guerra fossero processati.

Il racconto più personale dell’autrice si fonde quindi a tanti altri: la moltitudine di voci sofferenti è tale da far girare la testa, ma la soluzione non è certo fingere di non sentire.

Ogni parola, ogni immagine in questo novel ferisce. Ed è giusto che sia così, perché ci sono ferite che non possono rimarginarsi e cose che non devono essere abbandonate all’oblio.

L’Ombra non è mai così lontana è uno di quei volumi da leggere per comprendere quanto il silenzio sia ingiusto e quanto invece il racconto e la memoria siano un tributo necessario a delle vite segnate dal dolore. Per non dimenticare mai.

Titolo: L’Ombra non è mai così lontana
Autrice: Leila Marzocchi
Editore: Oblomov Edizioni
184 pp., col. – 20,00 €

 

 

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