Il Ted Talk senescente di Andrea Cosentino (sui nostri rimbambimenti)

Rimbambimenti, lo spettacolo di Andrea Cosentino, è un viaggio teatrale che si muove tra la scienza e l’umanità, tra il rigore del pensiero e la fluidità dell’esistenza. La scena è un microcosmo di oggetti che sembrano usciti da una lezione di fisica quantistica, ma che trovano la loro vera essenza nel racconto teatrale: un manifesto rosso che evoca i TED Talks, un tavolo zeppo di oggetti eterogenei, e una scatola che gioca con i concetti di vita e morte.

Cosentino, in un gioco di specchi tra sé e un alter ego “pupazzesco”, ci porta in un mondo dove la fisica incontra la filosofia, dove il tempo si piega alla volontà narrativa dell’attore. Il suo doppio, un altro da sé anziano che sfida il tempo, diventa il veicolo per esplorare temi come l’ineluttabilità della vita e l’Alzheimer, in un parallelo sorprendente tra la scienza e la condizione umana.

La performance è un mosaico di tentativi di spiegazioni scientifiche, aneddoti personali e interazioni con il pubblico, il tutto orchestrato da una marionetta che rappresenta il passare del tempo e la persistenza della memoria. Cosentino, con il suo alter ego, ci fa riflettere su quanto sia effimero e allo stesso tempo eterno il nostro passaggio in questo universo.

“Rimbambimenti”, infatti, non è solo uno spettacolo, ma un dialogo aperto con il pubblico, un invito a riflettere sulla nostra esistenza in maniera profonda, ma anche con un pizzico di leggerezza. È un’esperienza che rimane impressa dove Cosentino dimostra ancora una volta di essere un maestro nel creare mondi.

La narrazione, intenzionalmente caotica e frammentata, aiutata dalla drammaturgia sonora dal vivo di Lorenzo Lemme, riflette l’andamento non lineare del tempo, che si piega e si contorce, sfuggendo alla sequenzialità logica. Cosentino non si limita a una mera rappresentazione teatrale ma offre un caleidoscopio di invenzioni evocando sul palco anche frammenti di canzoni (“Avec les temps” di Ferré) o icone della fantascienza, come Hal di “2001 Odissea nello spazio”, per esplorare temi più profondi. Hal, ad esempio, nell’atto della sua disattivazione, regredisce a uno stato infantile fino a raggiungere la morte.

Questo perché sotto la superficie della consapevolezza, esistono processi mentali inconsci che influenzano la nostra esistenza indipendentemente dalla nostra volontà e che una macchina o un’intelligenza artificiale non ha. L’evoluzione, infatti, ha dato origine a diverse forme di cervelli, alcuni dei quali operano senza coscienza o percezione mentale, mentre altri, come nel caso degli esseri umani, integrano comportamento, mente e consapevolezza.

Un concetto basilare che, a distanza di ore dallo spettacolo, emergerà da quell’intruglio contorto di parole, apparentemente, a vanvera che Cosentino snocciola sera dopo sera e inizierà a farvi riflettere sul valore della vostra/nostra vita. Alla fine, se ci pensate, questa deve essere la funzione del teatro.

Visto al Teatro Bellini di Napoli il 19 marzo 2024

Foto copertina di Laila Pozzo

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