Addio alla fine

addio alla fine emio greco

Addio alla fine Emio Greco: Photo Alwin Poiana

Addio alla fine di Emio Greco ha una location d’eccezione: Pietrarsa. Pietrarsa è un posto magico, dove l’essenza di una Napoli vista da un’altra prospettiva si mescola al battito del tuo sangue, e, avvolta dal blu marino, custodisce la storia delle Ferrovie dello Stato italiane. Un luogo unico, non contagiato dai ritmi della città, che testimonia un passato che non c’è più e che ognuno di noi può immaginare guardando, toccando, le vecchie littorine. Proprio qui, in questo posto fuori dal tempo, Emio Greco, coreografo estremo e una delle figure più innovative della danza  contemporanea, ha presentato il suo Addio alla fine, in cui l’elemento teatrale è quasi messo da parte a favore del corpo e della danza. Il pubblico viene introdotto da una guida, che li definisce “ultimi umani”, nella Sala delle Locomotive e prende posto ai lati dello spazio scenico, per poter ricevere l’energia passata dai performer. Infatti, il corpo e la danza sono il punto di partenza della performance e la compagnia di Greco e Scholten sfrutta questi due elementi per poter creare una  “network society”, cioè un nuovo ordine sociale basato sulla coesione e sulla collaborazione tra tutte le reti esistenti per vincere la complessità della vita. Il pubblico non può essere, quindi, escluso da questa filosofia ed è parte integrante del progetto. 

Operazione ardita e di difficile interpretazione, che lascia il pubblico in più occasioni interdetto, con una prima parte lenta, dove i performer ricercano la propria energia, prendono confidenza con il proprio corpo per affrontare la realtà, stimolati e trascinati dal resto del gruppo, e una seconda parte, che si conclude nell’Arena, carica e coinvolgente, in cui il singolo può contare sul resto del gruppo, può affidarsi, perché la vita comune e relazionale, senza l’aiuto reciproco, non può esistere. In tal senso, ogni obiettivo può essere raggiunto e conseguito. Ispirati al libro di Hans Boutellier, “The improvising society”, dove l’autore ritiene che nella nostra società ciascuno nasce per agire all’interno di una rete più ampia, Greco e Scholten creano un lavoro dall’impianto fortemente teorico per mostrare le relazioni umane all’interno di una società liquida, dove ciascuno di noi è costretto ad adeguare di continuo i propri standard all’interno del proprio gruppo di appartenenza. Altro punto di riferimento del duo olandese è il film “E la nave va” di Federico Fellini in cui diverse celebrità del mondo artistico salpano su una nave per dare l’addio, in mare, alla cantante lirica più grande di tutti i tempi. Il discorso si fa più ampio perché Fellini definisce nettamente gli elementi che possono turbare le relazioni umane, tra cui l’amore, l’idolatria e gli orientamenti politici. Anche Greco quindi, come Fellini, cerca nuovi punti di vista sulle arti e sulla vita, il suo è un work in progress e anche se “Addio alla fine” si presenta imperfetto, soprattutto nell’uso delle luci e del testo, e talvolta inaccessibile, offre una performance di danza di altissimo livello.

 

Addio alla fine

COREOGRAFIA EMIO GRECO E PIETER C. SCHOLTEN
IDEAZIONE E DESIGN PIETER C. SCHOLTEN
CON DERECK CAYLA, QUENTIN DEHAYE, EMIO GRECO, NEDA HADJI-MIRZAEI, KELLY HIRINA, ARNAUD MACQUET, HELENA VOLKOV
GUIDA LEANDRO AMATO TESTO/TEXT BY BO TARENSKEEN
TRADUZIONE FRANCESCO DURANTE
VIDEO MAITE BERMÚDEZ, MOISES MORICOLI
SOUND DESIGN PIETER C. SCHOLTEN
LUCI HENK DANNER, PAUL BEUMER
COSTUMI CLIFFORD PORTIER
COPRODUZIONE ICKAMSTERDAM, HOLLAND FESTIVAL, THEATER A/H VRIJTHOF, NEDERLANDSE DANSDAGEN
IN COLLABORAZIONE CON ATER – ASSOCIAZIONE TEATRALE EMILIA ROMAGNA

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