Exploding Plastic Warhol

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Il primo spettacolo del Teatro Tram di Napoli è un lavoro del suo direttore artistico, Mirko Di Martino, sulla figura di Andy Warhol, interpretato da un travolgente Orazio Cerino. La platea è attraversata, in lungo, da una passerella che conduce direttamente al palco, gli spettatori sono posti ai lati, come alle sfilate di moda. Ed ecco che, di fronte ad esso, ad un lato della pedana si palesa Andy Warhol con le sue idiosincrasie, alle prese con la sua coscienza, incarnata dalla Marilyn dei suoi ritratti seriali. A turno, si presentano al suo cospetto Edie Sedgwick, Fred Herko e Valerie Solanas, tre ragazzi che frequentarono la Factory, illudendosi di poter raggiungere il successo, che gli rivolgono un violento j’accuse liberatorio. Cerino è bravo a rendere il suo Warhol come un amorale voyeur, che seppe sfruttare la tossicodipendenza delle sue “superstars” per fare dell’arte, tesi, tra l’altro, sostenuta, già negli anni ‘80 da Jean Stein, scrittrice e biografa di Edie Sedgwick. Eppure la forza iniziale di una regia fin troppo esplicativa e di costumi e travestimenti fedelissimi si arena in un impianto statico e prevedibile, che non esplode. Però Di Martino offre una buona riflessione sulla figura del Padre che, per citare Recalcati, vorrebbe essere come Dio agli occhi del figlio ma non ci riesce. Si apre, così, la necessità di un conflitto tra i figli – vuoti, che non possiedono niente se non l’amore verso il loro creatore – e il padre, che necessita di sempre nuove soggettivizzazioni. Provano a farne a meno ma finiscono per fallire miseramente, archetipi di una società proto-neoliberista in cui tutto comincia ad essere merce. Al di là di questa piccola speculazione personale, lo spettacolo mostra il ritratto di una generazione vuota, simboli di desiderio fatti per essere consumati, ma anche di una società americana che ha bisogno di miti. Quindi, come Warhol ci ha posti di fronte ad uno specchio, così Di Martino immagina un Warhol allo specchio.
Incredibile la somiglianza di Dario Tucci con Herko, bravo nel caratterizzare con naturalezza la fragilità del ballerino che si suicidò lanciandosi da una finestra sotto l’effetto di anfetamine, e piena di entusiasmo l’interpretazione di Antonella Liguoro, Angela Bertamino e Titti Nuzzolese, rispettivamente nei panni di Edie Sedgwick, Valerie Solanas e Marilyn.

 

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