A Napoli c’è un brutto anatroccolo all’Orto Botanico

 

I Teatrini non si smentiscono mai. Il loro Un brutto anatroccolo è un ottimo esempio di come si fa teatro con e per i bambini, educando i più piccoli e le loro famiglie al racconto scenico. Lo spettacolo si svolge in maniera itinerante all’interno dell’Orto botanico di Napoli: i bambini precedono i loro accompagnatori (che sono invitati a non disturbare). Continuano, quindi, gli spettacoli proposti dall’Associazione I Teatrini e dall’Università degli Studi Federico II nel giardino napoletano di Via Foria.

La storia del brutto anatroccolo segue una serie di tappe che consentono ai giovanissimi spettatori anche di avventurarsi nei meandri dell’Orto botanico. Si inizia con la nascita degli anatroccoli, quando il più brutto si fa notare ben prima di nascere, per il suo uovo più brutto e per la sua nascita in ritardo. Una volta nato, l’anatroccolo nero appare subito diverso dai suoi fratelli che lo mettono in disparte per le sue differenze, accusandolo di essere brutto.

Nella seconda tappa gli anatroccoli devono imparare a nuotare e l’anatroccolo brutto si distingue dai fratelli. A questo punto la mamma inizia a difenderlo, mettendo in campo il tema – fondamentale per i bambini – dell’accettazione del diverso e della valorizzazione delle differenze. Il supporto della mamma anatra è fondamentale perché l’anatroccolo capisca chi è.

I bambini, camminando, seguono l’apprendimento dell’anatroccolo, finché capisce di dover proseguire da solo per trovare se stesso. I bambini aiutano e accompagnano il brutto anatroccolo nel suo viaggio alla ricerca di se stesso, partecipando attivamente alla messa in scena. Durante il suo percorso incontra vari personaggi che mettono in dubbio la sua identità, ma resta saldo nella sua ricerca, fino a diventare finalmente chi vuole.

Tratto dal celebre racconto dello scrittore danese Hans Christian Andersen, Un brutto anatroccolo è una storia di perseveranza e di consapevolezza di sé che insegna ai bambini che i propri sogni e le proprie inclinazioni vanno sempre seguite. Non ci resta, quindi, che complimentarci con Giovanna Facciolo, per adattamento e regia, menzionando necessariamente la squadra di attori che, per più di un’ora, ha ammaliato bambini dai 3 ai 10 anni. Un plauso, quindi, va ad Adele Amato de Serpis, Monica Costigliola, Annarita Ferraro, Valentina Carbonara e Raffaele Parisi. Completano il quadro i bei costumi di Grazia Pepe e gli oggetti di scena di Marco Di Napoli.

Adatto a bambini da 5 anni in su, si replica anche il 29 e il 30 aprile.

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