Ne Le tre verità di Cesira c’è l’anima teatrante di Rino Di Martino

Rino Di Martino, uno degli interpreti più capaci ed espressivi che Napoli ha saputo creare, torna alla scrittura di Manlio Santanelli e lo fa con Le tre verità di Cesira, un atto unico – diviso in tre monologhi carichi di voci, suoni e immagini – che vede alla regia Antonello De Rosa e alle scene Tonino Di Ronza. Una produzione T.T.R. (il Teatro di Tato Russo) che porta al centro della scena la figura degli “acquaiuoli”, cioè i gestori dei chioschi che vendono bibite rinfrescanti.

Cesira, infatti, è una venditrice di limonate dei Quartieri Spagnoli di Napoli e racconta a un cameraman del tg3 tre verità sui suoi vistosi baffi su un corpo di donna. Tre monologhi per tre verità. Il pubblico curioso potrebbe chiedersi, a inizio spettacolo, quando sulla scena compare Cesira, perché ha quei baffi o meglio perché ogni mattina l’acquaiuola non si passa un rasoio sul labbro e se li toglie.

Lo scoprirete nel corso dello spettacolo che, per inciso, è un piccolo miracolo teatrale. C’è la scrittura surreale di Santanelli, fitta di paradossi e di immagini dirette dei nostri anni, che tiene sospeso lo spettatore tra il comico e il tragico. C’è la regia di De Rosa che, grazie al funzionale disegno luci di Salvatore Palladino, riesce a creare uno spazio intimo, onirico ma anche tremendamente reale dove i fantasmi di Cesira prendono corpo. Ci sono i costumi colorati e tropicali di Giusi Giustino (Di Martino ha addosso i colori della bandiera del Brasile e, nei suoi racconti, c’è pure un medico brasiliano che studia i suoi baffi!), che danno un tocco fiabesco allo spettacolo, e le scene essenziali di Di Ronza, che evocano il fascino di un bar misterioso e inaccessibile, protetto da tende veneziane.

Ma, soprattutto, c’è Rino Di Martino. Intenso, delicato, ironico, commovente. Il femminile come de-pensamento e grazia o, come diceva Carmelo Bene, il femminile elevato a Coscienza. Entra in scena dalla platea, interagisce con il pubblico e inizia a raccontare le sue verità in favore di telecamera, tra gli sfottò dei ragazzi del quartiere. Nei suoi racconti emerge il carattere di una donna che vuole condividere il proprio vissuto con chi sa ascoltare e, nelle sue diverse rappresentazioni, c’è una Napoli che ha ancora il coraggio di mettersi in discussione.

Visto al Piccolo Bellini il 21/04/2023

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