Mare Mater: verità, ricordo e oblio nel teatro del mare

Mare Mater L’esemplare storia della Nave Asilo Caracciolo e della Signora Giulia Civita Franceschi Uno spettacolo di Fabio Cocifoglia e Alfonso Postiglione; collaborazione alla drammaturgia Antonio Marfella con Manuela Mandracchia (nel ruolo di Giulia Civita Franceschi), Graziano Piazza, Luca Iervolino, Niko Mucci, Giampiero Schiano e la partecipazione dei ragazzi della Banda Musicale Centro Ester di Barra - Canta Suona e Cammina, dell’Associazione Life_Scugnizzi a Vela e del Centro Anspi 'San Francesco Caracciolo' di Miano. consulenza scientifica Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio (per la Fondazione Thetis – Museo del Mare di Napoli) ambiente sonoro e musiche Luca Toller sound designer Hubert Westkemper costumi Giuseppe Avallone collaborazione artistica Enzo Musicò

Mare Mater, spettacolo di Fabio Cocifoglia e Alfonso Postiglione in scena dal 28 giugno al 1 luglio 2016, porta il Napoli Teatro Festival fuori dalle consuete mura teatrali per approdare nella suggestiva cornice del Bacino Borbonico – Molo San Vincenzo.

Un palcoscenico ideale per la narrazione che, sull’imbrunire di una serata partenopea, accoglie come spettatori illustri, oltre il numeroso ed accorato pubblico, il lontano profilo della collina del vomerese, Castel Sant’Elmo ed il Golfo di Napoli. Una culla immaginaria pronta ad accogliere la storia, tra sogno e mito, della pirocorvetta Caracciolo, la Nave-Asilo donata del Ministero della Marina alla città, e della signora Giulia Civita Franceschi (Manuela Mandracchia), paladina del rinnovato destino di centinaia di orfani dei marittimi e dei fanciulli abbandonati dei vicoli dei quartieri popolosi e poveri di risorse del capoluogo.

Il mare accompagna la rappresentazione. L’accoglie, la rinsalda, toglie, aggiunge. Tutto parte e tutto torna al mare. Custode della verità, sorvegliante secolare degli schiaffi e delle carezze consegnati nel tempo città. E delle carezze dimenticate, per risaldare la memoria affinché storie degne di essere ricordate non cadano più nell’oblio. Affinché la Nave-Asilo Francesco Caracciolo e tutti i caracciolini che vennero accolti in quindici anni continuino a permeare il ricordo collettivo.

Nello specchio d’acqua del molo dove un tempo era attraccata la pirocorvetta Caracciolo, la signora Giulia Civita Franceschi accoglie dal mare due uomini che un tempo furono suoi figli adottivi, due marinaretti ormai cresciuti. Tornano al pubblico come naufraghi alla deriva di se stessi. Un baule, segno di un passato glorioso ormai dimenticato, colmo di oggetti. Testimonianze di una memoria sopita: una mappa della circumnavigazione compiuta dalla pirocorvetta, una giacca, che Giulia indossa in fretta per riappropriarsi del suo duplice ruolo. Di educatrice all’interno della nave scuola ma anche di madre premurosa nei confronti di tutte quelle creature i cui occhi continuano ad affollarle la mente. Lo sguardo di tutti quei caracciolini accolti come naufraghi: pelle indurita dalla strada, pieni di pidocchi, scalzi. Non li si può dimenticare dei bambini così.

Pezzo dopo pezzo sulla banchina del molo prendono vita i ricordi, l’esperienza umana e formativa in grado di restituire ai destinati all’oblio una rinnovata dignità umana. La sveglia, la colazione, la cura personale, la scuola, il pranzo, il riposo, le attività di pesca, di nuovo la cura personale, la cena, il riposo. La giornata, all’interno della nave scuola, viene ricordata nei minimi dettagli. Pezzi sparsi di un puzzle perso nel tempo si ricompongono sulle note della musica di Luca Toller che culla dolcemente l’arrivo della notte nel porto di Napoli.

Hai guardato dentro la materia opaca della disperazione, le ripete suo padre, donando nuova forma alla vita. Ma quanti rimpianti comportano le scelte forti? E quanti ripianti porta con sé Giulia Civita a seguito dell’allontanamento forzato ad opera del fascismo nel 1928? Non c’è pace per i generosi d’animo. Non c’è pace per coloro che percepiscono la desolazione dell’animo umano e ne fanno la propria ragione di vita. A distanza di anni, di decine di anni, il ricordo, il sogno di questa donna forte e determinata, tenera e severa, fluttuano nell’aria del Molo San Vincenzo rendendola a tratti dolce e a tratti acre. Un sogno dai contorni tenui e sfumati, portato dal mare e seppellito da esso.

Un lavoro profondo Mare Mater per il rilevo dato ad una delle pagine più belle nel campo formativo  e di recupero della città. Una città controversa e ricca di sfaccettature che sovente ricorda per sempre ma che altrettanto spesso dimentica e rimuove senza possibilità di ritorno. Bravi tutti gli attori impegnati su questo particolare palcoscenico. Manuela Mandracchia nelle vesti di un’educatrice in bilico tra tenerezza e coraggio nell’affrontare scelte e stili di vita desueti per il periodo storico. Una donna, una madre, una moglie, un’amica. Una donna che racchiude in sé l’animo e gli occhi dei centinaia di innocenti che tra il dolce cullarsi delle onde, i rumori del traffico in lontananza e la nave scuola Amerigo Vespucci che sovrasta da qualche giorno il porto, sembrano essere lì seduti tra il pubblico o mano nella mano con la loro insegnante. Altrettanto degni di nota Giampiero Schiano e Luca Iervolino che nelle vesti degli amici/fantasmi del passato contribuiscono in maniera al pathos della serata. Poco più di un’ora di spettacolo per rivivere il sogno di una donna lasciato sopire in un baule in fondo al mare.

Info

UNO SPETTACOLO DI FABIO COCIFOGLIA E ALFONSO POSTIGLIONE
COLLABORAZIONE DRAMMATURGICA DI ANTONIO MARFELLA
CON MANUELA MANDRACCHIA, GRAZIANO PIAZZA, LUCA IERVOLINO, NIKO MUCCI, GIAMPIERO SCHIANO
E LA PARTECIPAZIONE DEI BAMBINI DELLA BANDA MUSICALE DI BARRA DEL PROGETTO CANTA SUONA E CAMMINA
E DEI RAGAZZI DELL’ASSOCIAZIONE LIFE-SCUGNIZZI A VELA
MUSICHE E AMBIENTE SONORO LUCA TOLLER
COLLABORAZIONE ARTISTICA ENZO MUSICÒ
PRODUZIONE LE NUVOLE/CASA DEL CONTEMPORANEO – CENTRO DI PRODUZIONE
IN COLLABORAZIONE CON MARINA MILITARE ITALIANA, FONDAZIONE THETYS-MUSEO DEL MARE DI NAPOLI, INTERNATIONAL PROPELLER PORT OF NAPLES, AUTORITÀ PORTUALE DI NAPOLI, LEGA NAVALE ITALIANA, PIO MONTE DELLA MISERICORDIA

 

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