Graces, lo spettacolo di Silvia Gribaudi che va oltre la danza

Graces è l’ultimo lavoro di Silvia Gribaudi che omaggia le Tre Grazie di Antonio Canova indagando il concetto di bellezza e armonia.
Coreografa ed ex ballerina classica, Silvia Gribaudi mescola diversi linguaggi artistici attraverso l’incontro di corpi e di umanità diverse, senza distinzione di genere, in armonia con la natura.

Presentato da Zebra in co-produzione con Santarcangelo dei Teatri, Graces è uno spettacolo che fa leva proprio sulla musicalità e la vitalità della danza e, a fare da sfondo, ci sono le stagioni, con il loro ritmo naturale e i loro cicli vitali.

Siro Guglielmi, Matteo Marchesi, Andrea Rampazzo e la stessa Silvia Gribaudi hanno lavorato insieme per anni sul tema dell’ “andare oltre i linguaggi”, a partire dalla danza, per aprirsi a nuove forme espressive ma, soprattutto, a una corporeità libera e autentica.

Foto di Riccardo Panozzo

La danza contemporanea può essere sicuramente uno strumento efficace – che crea anche un notevole effetto comico – per mettere in discussione i canoni estetici imposti dalla cultura dominante. In un’intervista a Birdmen, Gribaudi, infatti, racconta:

A Milano, siamo andati in scena dove il giorno prima era stato Roberto Bolle. Un articolo ci ha poi definiti «danzatori improbabili»; ovvero, dal corpo improbabile! La visione di Bolle, che oggi è il simbolo della perfezione estetica, cambia il parametro.

E il cambio di parametro può essere proprio questo, innescare un gioco con il pubblico dissacrando, così, il concetto di bellezza e smontando qualsiasi stereotipo. Corpi imperfetti, e splendidi, in intimo nero e calzini neri, che cercano nuove possibilità di danza, un’estetica non conforme a quella propinata dal mercato.

Per fare questo, nelle sue coreografie, Silvia Gribaudi mette tanta ironia, gioia, spensieratezza e il pubblico, che può interagire senza vincoli nel corso dello spettacolo, percepisce quest’ironia di fondo. Sa che Graces è soprattutto un inno all’accettazione di sé e, superata la prima parte dello spettacolo, riesce ad abbandonarsi completamente.

Vivaldi e Strauss dialogano con i Matmos e Koudlam fino ad approdare, nel finale, allo swing di Benny Goodman con una coreografia vitale, energica, coinvolgente con tanto di scivolate sull’acqua. Perché Graces, alla fine, è questo: un percorso sul concetto di bellezza – ma anche una parodia del teatro-danza che, talvolta, gira attorno a dei pretesti – godibilissimo, divertente e, sicuramente, unico nel panorama teatrale italiano.

Visto al Teatro Nuovo di Napoli – 11 gennaio 2024

Foto copertina di Fabio Sau

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