Occhi gettati, i racconti di vita e di morte di Enzo Moscato 34 anni dopo

Occhi Gettati 2021 – di Enzo Moscato – ph©Pino Miraglia

“È per farvi sapitòri ‘e ‘sta ferita,

per chiedervene scusa,

scusa e perdono di una differenza,

dello stare nel diverso di un altrove,

c’amme fatto, stanotte, lo spettrale tentativo e v’apparì.”

 

Enzo Moscato ritorna in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli dal 26 al 31 ottobre 2021 con Occhi gettati, sottotitolo Un découpage, 34 anni dopo.

Scritto e messo in scena oltre trent’anni fa, ancora oggi è difficile definire di cosa parli Occhi gettati. C’è, però, una sola certezza: l’opera parla del mondo di Moscato, un modo di esperienze, un modo linguistico di cui tutti nel corso del tempo abbiamo appreso di esserne parte. L’opera parla perché è il coro di voci, reali e fantastiche, del mondo sommerso delle anime di Napoli. L’opera parla altresì perché è il coro delle voci che si levano dal mondo emerso, si mescola con la vita dei fantasmi, reali o fittizi, e delle anime del purgatorio, le anime pezzentelle, instaurando un rapporto diretto con l’anima che va oltre, che scavalca i limiti del tempo e della vita normalmente condivisi attraverso i tanti rituali, momenti magici in cui la pietas popolare mostra le sue più profonde sfaccettature. Ed è in questi rituali che si estrinseca la sua funzione vitale: l’alleviamento delle pene, la grazie, l’assistenza.

Enzo Moscato porta in scena la città di Napoli e le sue storie attraverso un lungo monologo a più voci che da singole diventano un canto unanime.

Lo spazio scenico, ad opera di Tata Barbalato, è una struttura di stampo gotico, libera da orpelli, su cui sovrasta una raffigurazione attraversata da sprazzi di luce di San Sebastiano. Ai suoi piedi un leggio, il posto da cui Moscato, traghettatore delle anime, osserva, partecipa, guida. Alla sua destra e alla sua sinistra due file di sedie: ogni sedia è un palco da cui l’anima racconta e si racconta.

Una poesia, un mondo che affonda le proprie radici in qualcosa che sembra essere in modo naturale parte di tutti. Mescola ricordi e scoperte, appartenenza ed esclusione. il corpo dell’attore è il corpo della poesia: è inglobato nelle parole, nasce dalle parole ma l’uno non è senza l’altro. In scena assieme allo stesso Moscato ad interpretare i suoi brani – all’epoca della prima messa in scena era il solo a recitarli – Benedetto Casillo, emozionante coprotaginista della pièce, Giuseppe Affinito, Salvatore Chiantone, Tonia Filomena, Amelia Longobardi, Anita Mosca, Emilio Massa, e Antonio Polito.

È in questa via Crucis che Occhi gettati porta in scena queste storie di vita e di morte  regalandoci ancora una volta un piccolo gioiello della produzione moscatiana, prodotto da Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Compagnia Teatrale Enzo Moscato e Casa del Contemporaneo.

 

OCCHI GETTATI
Un dé-coupage, 34 anni dopo
testo, ideazione scenica e regia Enzo Moscato

con Benedetto Casillo, Giuseppe Affinito, Salvatore Chiantone, Tonia Filomena, Amelia Longobardi, Anita Mosca, Emilio Massa, Enzo Moscato, Antonio Polito
scena e costumi Tata Barbalato
selezione musicale Dimomos
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale,
Compagnia Teatrale Enzo Moscato / Casa del Contemporaneo

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