Misericordia, una favola contemporanea di Emma Dante che ribalta Pinocchio

La filosofia non si è mai veramente interessata alla misericordia ma, per contro, la religione e il teatro (che, per certi versi, sono la stessa cosa) l’hanno fatto. La misericordia, cuore pulsante delle tre religioni abramitiche, è un attributo divino che il credente deve assumersi per agire correttamente. Non c’è più una divisione tra interiorità ed esteriorità: non è un qualcosa di profondamente intimo e non si può semplicemente manifestare. La misericordia necessità dell’altro e valorizza chi la riceve e chi la fa.

Con Misericordia sembra quasi che Emma Dante porti sulla scena questo concetto adattandolo alla sua “drammaturgia della realtà”, dove si fa esperienza del presente sulla propria pelle (quella dei personaggi, degli attori e spettatori).

Scritto e diretto da Emma Dante, Misericordia vede in scena tre attrici storiche della regista – Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi e Italia Carroccio – e il danzatore Simone Zambelli che, rispettivamente, interpretano Nuzza, Anna, Bettina e Arturo.

Foto © Masiar Pasquali

Nuzza, Anna e Bettina sono tre donne forti, di quel Sud demartiniano che trasuda sacrificio e violenza, riti magici e degrado. Ci appaiono su quattro sedie allineate, intente a sferruzzare, mentre si sparlano a vicenda sottovoce. Tre donne, dunque, che di giorno lavorano a maglia e fanno sciallette e, di notte, si prostituiscono. E poi c’è Arturo, figlio di Lucia, che viveva con le tre donne e che è morta due ore dopo averlo fatto nascere. Arturo è nato dalle legnate del padre date alla madre prima del parto, un falegname che chiamavano Geppetto e che se ne andava in giro con un berretto di lana e dei guanti bucati anche se era proprietario di una segheria e guadagnava bei soldi.

Arturo non sta mai fermo, è ipercinetico, è un Pinocchio menomato dalle mazzate di un Geppetto all’incontrario, accudito dalle sue tre madri in un monolocale povero e inadatto alla vita. Ma, alla fine, Nuzza, Anna e Bettina riescono a insegnare l’amore a un bimbo nato dalla violenza e a renderlo, finalmente, libero. Un amore che è l’opposto del dimenticare, che è un eterno ricordare ma, soprattutto, un amore materno che è impossibile da dimenticare.

Un amico mi ha giustamente fatto osservare che Emma Dante, quando esce dalle sue scene corali ormai stereotipate, riesce ancora a sorprendere. Ed è il caso di Misericordia, che recupera il pathos tragico dei suoi primi lavori per creare – quello che lei definisce – una “favola contemporanea”. Lo fa avvalendosi di comunicazione verbale – un mix di lingue e cadenze del sud spigolose e primitive – e, soprattutto, di comunicazione non verbale. E, ancora, c’è la riflessione di Emma Dante sull’attore, che aveva teorizzato in Bestie di scena.

Infine c’è il segno, il Pinocchio che diventerà bambino, la banda che passa e che Arturo attende dolcemente alla finestra.

Un uomo solo che piangeva
Sorrise perché
Sembrava proprio che la banda
Suonasse per lui

cantava Chico Buarque ne “La Banda”.

Qui, forse, c’è la vitalità dello spettacolo di Emma Dante, il segno che ci costringe a pensare, come scriveva Deleuze nel suo saggio su Proust. Possiamo allora chiederci se la dimensione spaesante dello spettacolo, che porta inevitabilmente lo spettatore a confrontarsi con argomenti marginali e dove gli equilibri si rompono e si ricuciono di continuo, riesca a lasciare una traccia nello spettatore nuovo (non nell’aficionado). E la risposta che mi sono dato, osservando le reazioni dei più giovani, è che Misericordia è uno spettacolo che resta, sedimenta dentro. Le interpreti sono eccelse, Simone Zambelli riempie la scena con movimenti e gestualità carichi di significato e gli applausi finali, ripetuti, restituiscono alla perfezione il carico di emozioni provato durante l’ora di spettacolo.

 

Visto al Teatro Mercadante di Napoli il 19/04/2023

 

MISERICORDIA scritto e diretto da Emma Dante
con
Italia Carroccio (Bettina), Manuela Lo Sicco (Nuzza), Leonarda Saffi (Anna)
Simone Zambelli (Arturo)
luci Cristian Zucaro
assistente di produzione Daniela Gusmano
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
produzione
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Biondo di Palermo, Atto Unico /
Compagnia Sud Costa Occidentale, Carnezzeria

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