Se il tempo non esistesse? Brevi considerazioni su Circus Don Chisciotte diretto da Antonio Latella

Circus Don Chisciotte, di Ruggero Cappuccio diretto da Antonio Latella, parla, in effetti, di tempo sospeso e si svolge tutto nella platea del Teatro Mercadante di Napoli dove, al posto delle poltrone da teatro, ci sono poltrone comuni, sedie, complementi d’arredo ma, soprattutto, televisori. Televisori che trasmettono le parole o le lettere che scorrono, di tanto in tanto, su di un tabellone che penzola sul palcoscenico e che verranno fissati, per tutta la durata dello spettacolo, da simpatici signori anziani (alcuni dei quali ne approfitteranno – beati loro – per farsi una pennichella).
Partiamo, però, proprio da questa scenografia meravigliosa e d’impatto, creata da Giuseppe Stellato, e dal disegno luci di Simone De Angelis per parlare di uno spettacolo che ha tre idee che non dialogano tra loro (scene+luci, regia e testo). Latella sostiene, nelle note di regia, che i due personaggi dialogano in una discarica ma Stellato ci mostra un enorme salotto casalingo in cui delle persone sono rapite dalle immagini e dai suoni del tubo catodico. Chi ha ragione? E, soprattutto, c’è il testo di Cappuccio che parla di Michele Cervante, un vagabondo colto, presunto discendente di Cervantes, che, in una delle sue peregrinazioni notturne, sul binario morto di una stazione ferroviaria, incontra Salvo Panza, girovago analfabeta fuggito via dal suo paesino.

Nella versione di Cappuccio, si dava risalto al “variegato impianto linguistico” in cui la lingua – cito Nicla Abate –

mediante l’uso dei differenti dialetti costruisce un reticolato storico ed umano che ha trovato proprio nel teatro la sua forma di espressione massima

In questo lavoro, che ha tutte le caratteristiche negative di uno spettacolo creato su commissione (anzi oserei dire che Latella è solo una firma), invece, non si dà risalto a quest’aspetto, forse peculiare per Cappuccio, non ci sono le idee a cui Latella, negli anni, ci ha abituato e, alla fine, tutto si regge sulla prova maiuscola dei due attori, Marco Cacciola e Michelangelo Dalisi, che devono fare i conti non solo con l’assenza di regia ma anche con la presenza fastidiosa di smartphone che suonano di continuo.
Dunque, la domanda che mi pongo è la seguente: a chi serve questo spettacolo?

Visto al Teatro Mercadante il 14 giugno 2023 nell’ambito di Campania Teatro Festival 2023

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