Lazarus, il musical atipico di David Bowie con Manuel Agnelli

Approda al Teatro Mercadante di Napoli, in un’atmosfera folle di festa perenne per le prodezze calcistiche della squadra di Spalletti, Lazarus, maestosa opera rock scritta da David Bowie e dal drammaturgo Enda Walsh e diretto, nell’edizione italiana, da Valter Malosti. Considerata un’ideale prosecuzione di The man who fell to earth di Nicolas Roeg, interpretato dallo stesso Bowie nel 1976, la versione italiana di Lazarus, in un certo senso, completa quella inglese diretta da Ivo van Hove e interpretata da Michael C. Hall.

Cast d’eccezione per questo musical atipico, che vede nei panni di Thomas Jerome Newton Manuel Agnelli, leader degli Afterhours e, ormai, noto personaggio televisivo. La bravissima cantautrice Casadilego, vincitrice della 14esima edizione di X Factor, è “Girl” e Michela Lucenti, la coreografa fondatrice del progetto artistico Balletto Civile, è Elly.

A completare il tutto una super band d’eccezione: Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo “ROST” Rossetti, Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti.

Il Teatro Mercadante, pieno solo per un terzo a causa di uno scellerato piano traffico che ha penalizzando tutte le attività cittadine, accoglie molto bene il lavoro di Malosti e comprende a pieno l’importanza di Lazarus, uno dei lavori finali di David Bowie, scomparso il 10 gennaio del 2016.

Come già anticipato, non si tratta di un vero e proprio musical, le canzoni non hanno una funzione narrativa rispetto alla trama ma sono frammenti che forniscono significanti alla storia. Bowie racconta la fine della sua vita, Newton è un uomo solo, in preda ai fantasmi dell’alcol, perseguitato da immagini e ricordi, reali e fittizi, della sua vita. Non vuole più vivere perché ha perduto tutto ciò che aveva di prezioso ma, nonostante tutto, non riesce a porre la parola fine alla sua esistenza.

foto di Fabio Lovino

Newton si trova immerso in atmosfere irreali, a interagire con personaggi lynchiani come Valentine (il bravissimo Dario Battaglia, l’assassino di massa) o la stessa Elly, che sembrano usciti da Lost Highway. Però l’incontro con “Girl”, che poi prenderà il nome di Marley, un “angelo urbano”, puro e tenero, riuscirà a liberarlo e a farlo tornare tra le stelle.

Malosti crea un’impalcatura onirica, potente, dove le immagini e i suoni si rincorrono freneticamente restituendo, in maniera alternata, atmosfere sospese di morte e di vita. La trama è presentata come una sorta di puzzle da costruire, canzone dopo canzone, e la scenografia, costruita su due livelli – e con la band posta ai lati del palco – presenta, in basso, la stanza di Newton mentre, nella parte superiore, uno schermo da cinema e diversi schermi rettangolari disposti ai lati. Qui si svolgeranno tutte le scene che Newton immagina, allucinazioni visive dove dominano colori da videoclip anni 90.

Lazarus non prescinde da alcuni elementi autobiografici legati alla vita di Bowie, tra cui la sua dipendenza da alcol e sostanze stupefacenti, il matrimonio fallito negli anni ‘70 e, soprattutto, la sua battaglia contro il cancro nel 2015. Significativa, a tal proposito, la scena finale con Agnelli disteso sul divano in attesa di essere “liberato” e che richiama anche il video di Blackstar.

Manuel Agnelli è perfetto nel ruolo di Newton, potente nelle sue interpretazioni, con una voce che supera ogni aspettativa. Segnalo la bellissima Lazarus a inizio spettacolo, che entra sottopelle ed è da brividi, ma anche Where are we now, che coinvolgono a tal punto da generare applausi a scena aperta. Casadilego è semplicemente magnifica: prestate attenzione alla sua versione di Life on Mars, delicata, misurata, matura. Sorprendente Michela Lucenti, cattura l’occhio dello spettatore coi suoi movimenti scattosi, conflittuali e si rivela ottima interprete di Changes.
Malosti, dal canto suo, accavalla le visioni, le ammassa ai lati del palco, le materializza. Non tutto funziona, qualcosa si perde – complice anche, forse, la grandezza del palco – ma, in sostanza, il patto con lo spettatore viene rispettato e, di questi tempi, è già tanto.

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