La riunione

La riunione

 

Sabato 12 dicembre La Riunione ha debuttato in una splendida villetta privata napoletana. Lo spettacolo fa parte del progetto culturale 31 salvi tutti, sostenuto dalla Regione Campania sotto la direzione artistica di Beatrice Baino e Orazio de Rosa.  L’operazione si avvale di diversi percorsi teatrali itineranti di forte impatto sul pubblico, che si ripropongono di fondo di promuovere e valorizzare il territorio con proposte svariate e talvolta ispirate alla tradizione.

La piéce, con la regia di Diana di Paolo e di Beatrice Baino, si ripropone, attraverso l’occasione di una vendita di prodotti cosmetici, di toccare alcuni temi cari alle donne con un linguaggio drammaturgico confidenziale. Da qui l’esigenza di presentarlo in una casa privata e dedicarlo a sole donne. Nella fattispecie, perciò, il pubblico è chiamato a presentarsi presso un normale domicilio privato, come se si recasse in un’eventuale casa d’amici. Così si citofona, eventualmente si parcheggia e si entra in casa. C’è un luminoso salone con bellissime rifiniture in legno, un grande tavolo su cui sono disposti i prodotti della vendita e alcune sedie, per appena una quindicina di persone, sono frammiste a degli splendidi divani in pelle. Le ospiti già arrivate si parlano, sorseggiano birra, fumano sigarette e vincono gli imbarazzi del non conoscersi. In poco tempo si ottiene l’effetto desiderato. E’ esattamente il clima di quelle riunioni dimostrative organizzate a casa della solita amica che ci incastra per farci rifilare qualche prodotto. Il topos è raggiunto. Le due venditrici Sonia (Diana di Paolo) e Teresa (Beatrice Baino) cominciano così la loro dimostrazione, ma Teresa è distratta a causa di un uomo che le manda sms durante la vendita.  Questi, un certo Giacomo Guida, pare incarnare l’oggetto delle fantasie di tutte le donne fedeli, appiattite dalla monotonia della propria esistenza.  Perciò, Sonia e Teresa, sfruttando l’espediente della confessione di questa debolezza e altri e diversi appigli, si appellano e si rivolgono direttamente al pubblico. Le ospiti così sono chiamate  più volte ad esprimere il loro punto di vista o a raccontare del loro vissuto quotidiano in questa strana riunione di anime femminili.  Vengono così toccati più o meno fluidamente diversi argomenti come la difficoltà del prendersi un momento solo per sé stesse, del rapporto di coppia, del problema degli equilibri familiari, del rapporto con i figli, della necessità delle donne di affermarsi socialmente… il tutto sempre attraverso un linguaggio drammaturgico leggero e ironico.

La ricerca di un nuovo modo di fare teatro si sta facendo sempre più urgente negli ultimi anni, sia per rincorrere una forma espressiva più al passo con i tempi, ma anche per trovare un codice alternativo per relazionarsi col pubblico. Inoltre, nello stato attuale delle cose, dati  i copiosi tagli alla cultura e i costi elevatissimi per la produzione di uno spettacolo, diventa sempre più difficoltoso fare arte, soprattutto per le piccole compagnie. Si sono sperimentate così forme alternative di teatro che hanno portato a riscoprire, come nel caso di questo spettacolo, alcuni luoghi apparentemente improbabili come un salotto di casa.

L’elezione di questo ambiente domestico non è però, in questo caso,  sorta da una mera esigenza spaziale bensì sentita ed  integrata: il salone di casa diventa ipso facto scenografia vera e propria, restituendo senza sforzo, però, quella verità del quotidiano che in teatro viene trasmessa, molto spesso, solo attraverso una simbologia stilizzata. Il salotto è particolarmente adatto a creare un’atmosfera raccolta e piacevole e, in quanto locus convivialis, ben si presta allo spirito di conversazione leggera e superficiale che caratterizza questa rappresentazione. La performance, tinta di un che di amatoriale, ha  sicuramente il pregio di mostrare una simpatica alternativa al canonico rituale teatrale, ma mostra sicuramente diverse criticità. Se da una parte, infatti, l’operazione registica risulta chiara, dall’altra l’applicazione del progetto attoriale appare complessa e in alcuni punti un po’ debole nella gestione della rottura della quarta parete.

Rispetto all’oggetto dei dialoghi, o meglio ai temi di conversazione, questi risultano  svariati e non tutti ben connessi. Sono affrontati sempre con un tocco di leggerezza e superficialità, ricalcando, indubbiamente, l’occasione dell’inciucio tra donne. Appare evidente, però, che la messinscena non abbia effettivamente nessun’alta pretesa, se non quella di far trascorrere un piacevole pomeriggio agli ospiti-spettatori nella lecita e libera idea che il teatro possa essere anche solo intrattenimento.
Drammaturgia e regia: Beatrice Baino e Diana di Paolo
Con Beatrice Baino e Diana di Paolo
Foto di scena: Marcello Merenda
Video: Claudio Gargano
Trucco: Federica Barletta
In collaborazione con Terme Stufe di Nerone e B&B Principe di SANSEVERO

 

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