Kappa at Work: il variopinto mondo di Imiri Sakabashira

Kappa at Work

“Bizzarro” è il primo aggettivo che mi viene in mente, sfogliando le pagine di Kappa at Work di Imiri Sakabashira, nuovo tassello della collana Umami – dedicata alle pubblicazioni giapponesi dal taglio più adulto e underground, che ha già ospitato autori del calibro del maestro dell’horror Junji Ito – edita dalla Star Comics in corposi volumi brossurati con alette.

E bizzarro appare anche il suo autore, il mangaka Sakabashira appunto, che si fa immortalare in seconda di copertina con un cosplay da infermiera! Ad aprire il volume troviamo una serie di visionarie – e fantastiche! – illustrazioni a colori, che hanno tutta l’aria di dipinti surrealisti, in cui fanno capolino dei personaggini strambi, che sembrano usciti da un’enciclopedia del folclore giapponese, rivisitati in salsa d’avanguardia.

Protagonista di Kappa at Work è Anne, figlia volenterosa di un cuoco dall’aspetto di rana – reso così da una malattia (?) – che deve momentaneamente provvedere ai bisogni della famiglia. La storia comincia proprio con la ragazza che deve recarsi a un colloquio di lavoro. La città dove vive è fredda e gelida e lei si sente scoraggiata: pensa infatti che, recandosi al colloquio infreddolita e impastata, avrà ben poche probabilità di ottenere l’incarico da cuoca. Così, accetta della vodka da uno sconosciuto e si appresta ad andare ubriaca alla selezione!

Ebbene, per una serie di strane coincidenze, finisce in fondo al mare e viene assunta per cucinare a bordo di un sottomarino di kappa – spiriti che abitano i corsi d’acqua, dall’aspetto simile a delle grosse rane, con una cavità sulla testa sempre ripiena d’acqua, da cui traggono i lori poteri – il Takobune! Lei accetta di buon grado la sua sorte e manda un messaggio al padre: non si vedranno per un po’, ma lei lavorerà e gli invierà del denaro. E qui finisce la parte lineare della trama di Kappa at Work. Sì, perché da qui in poi comincia per Anne un viaggio onirico in compagnia di questi spiritelli della tradizione giapponese, per metà amichevoli e per l’altra metà loschi pirati.

Il capitano del sottomarino racconterà tante storie ad Anne e le illustrerà come la vita dei kappa sia stata resa un inferno dagli invasori umani e di come questo giustifichi, in un certo senso, le loro scorrerie da pirati. La nostra protagonista imparerà, inoltre, quanto sia difficile sopravvivere in un mondo popolato da mostri di ogni sorta: ad esempio strani esseri che senza alcun motivo danno la caccia a chiunque incontrino, con lo scopo di decapitarli e forse mangiarli; orribili serpenti con la testa umana e tutto un campionario davvero difficile da etichettare.

Kappa at Work non è certamente una lettura per tutti ma è adattissimo, invece, a coloro che hanno voglia di scoprire un modo diverso di fare manga e approcciarsi a una lettura che non potrebbe essere più originale di così.

Nel carosello di strane creature e incredibili avventure che viviamo insieme ad Anne, rimane comunque una sorta di poesia di fondo, difficile da spiegare a parole. La protagonista ha nostalgia del padre e coltiva dei sogni nel suo cuore… Forse con l’aiuto di un kappa portafortuna riuscirà a realizzarli?

Trasuda da quest’opera anche l’amore per il buon cibo e le cose semplici – carina la ricerca del cetriolo perfetto, cibo preferito dai kappa – che costituiscono quasi una sorta di medicina magica, da usare come antidoto contro gli orrori del mondo.

Titolo: Kappa at Work
Autore: Imiri Sakabashira
Editore: Edizioni Star Comics
216 pp., col. – b/n – 15,00 €

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