Le tre vie, ovvero le soluzioni sovrumane in terra indiana di Zolla

Fa un certo effetto leggere, oggi, Elémire Zolla e il suo Le tre vie, edito da Marsilio, per la cura di Grazia Marchianò, che gli è stato accanto sino alla fine dei suoi giorni.

Fa effetto, dicevo, perché, come ben suggerisce Calasso in un’intervista, siamo diventati turisti nel nostro mondo senza il sacro. E Zolla era il custode di quel sapere tradizionale in cui il sacro non cessa mai di esistere. Ne “Le tre vie” si parla della civiltà indiana e dei tre percorsi che portano alla conoscenza: il Vedanta, il Bhakti e il Tantra.

La filosofia del Vedanta è basata sulla conoscenza e non percepisce dualità, come il bene e il male, ma, anzi, esiste un terzo termine che media tra i due estremi.

La seconda via di liberazione è la Bhakti, cioè della devozione, che si diffuse in tutta l’India grazie ad alcuni poeti del Tamil mentre, invece, la terza è quella tantrica, molto antica e che prevede l’abbandono di tutte le leggi morali per abbracciare una pratica che dà luogo ad una trasformazione molto intima.

Non esiste, quindi, una linea comune a queste tre strade ma, anzi, la filosofia indiana insegna a scegliere uno dei tre percorsi. Ed è qui che Zolla ci prende per mano e ci fa conoscere una terra antica, una tradizione millenaria che conduce alla liberazione attraverso una ripartizione “accademica” ma altamente suggestiva e ipnotica. A conclusione del percorso, c’è l’Ayurveda, un sistema di medicina tradizionale che si utilizza in India sin dai primi tempi. Il suo scopo è quello di dare benessere e sostegno all’uomo attraverso la “vita” (ayu) e la “conoscenza” (veda).

Oggi, grazie a Marsilio e a Grazia Marchianò, è possibile rileggere gli scritti di Zolla e a confrontarsi con un filosofo scomodo, affascinante, che è riuscito a scavare dentro di sé fino a raggiungere le soluzioni sovrumane in Oriente e quel bagliore che ci rivela quel che siamo.

 

Elémire Zolla

Le tre vie

Soluzioni sovraumane in terra indiana

 

A cura di Grazia Marchianò

 

Marsilio, 2018

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