Arturo Brachetti, il leggendario trasformista multiforme da vedere almeno una volta nella vita (Solo @ Teatro Cilea, 30/3/2023)

Restare bambini per sempre, continuare a emozionarsi e meravigliarsi, leggeri e felici, questo il messaggio che a fine spettacolo vuole consegnarci Arturo Brachetti – leggenda del cosiddetto quick-change – con il suo Solo (visto al Teatro Cilea di Napoli), se messaggio deve per forza esserci, basta anche solo l’emozione di fronte a uno spettacolo del genere, che va visto almeno una volta nella vita, possibilmente.

Benvenuti a casa mia, dice Brachetti che dialoga spesso e volentieri con il pubblico, e la casa non è certo metaforica, o meglio, se vogliamo possiamo quasi considerarla una simbolica sineddoche, una piccola cosa che rappresenta la vita intera: la casa sul palco c’è per davvero, le varie stanze le visitiamo per davvero: questo l’espediente che Brachetti usa per dare libero sfogo a tutte le sue arti magiche: illusione, sand painting, ombre cinesi, chapeaugraphie, mimo/ombra, e ovviamente trasformismo (oltre 60 personaggi interpretati!).

Eccoci quindi davanti alla televisione, in salotto, a guardare tutte le serie tv che abbiamo visto proprio tutti: La famiglia Addams, Wonder Woman, Star Trek, Hulk, giusto per nominarne qualcuna, ogni serie un personaggio, e superfluo dire che Brachetti li fa proprio tutti, talvolta cambiandosi anche proprio davanti ai nostri occhi.

La fantasia del nostro è potente e sfrenata, basta vedere quello che è capace di fare con un cappello bucato, è stato il nonno lungimirante a regalarglielo: è mai possibile che da un cerchio di stoffa escano fuori tanti personaggi? Possibile possibile, anzi possibilissimo: un soldato russo, un pirata, Napoleone e via così, verso mille mirabolanti avventure.

Per non parlare del bagno di casa Brachetti, lì c’è una vita intera declinata a mo’ di pranzo: primo, secondo, frutta e dessert: è incredibile come da bimbo si trasformi in vecchio, ma ormai l’incredulità è bella che andata, sospesa da un pezzo: non c’è che da godersi lo spettacolo, che il nostro giochi con la sabbia o con le luci laser, o che metta su un matrimonio con tanto di amante in cui lui è uno, nessuno e centomila: qui si ride anche con Pirandello caro Arturo, grazie di cuore!

Dal pubblico comunque incredulo non possono che partire le stesse domande di sempre: ma come fai, chi è il tuo parrucchiere, quanti anni hai, ma che importanza ha se c’è ancora un po’ di tempo per godersi l’incredibile jukebox brachettiano e volare grazie a questo meraviglioso e straordinario peter pan mai cresciuto in mille favole e più? Stasera quell’isola fatata e surreale  esiste davvero, e mica solo grazie agli effetti speciali, alla scenografia e ai costumi… Lodevole anche il post-spettacolo solidale in cui Brachetti invita sul palco il Mago Sales, sacerdote che per primo ha insegnato a quel ragazzino un po’ sfigato che era i primi trucchi magici, affinché chi vuole possa donare qualcosa ai più sfortunati.

Lucio Carbonelli

la forza della gentilezza e il potere dell'immaginazione

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Una risposta

  1. Antonio Carbonelli ha detto:

    Che dire, è un articolo che fa rivivere lo spettacolo di Brachetti anche a chi non lo ha visto. Bravo, bell’articolo!

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