Shlomo Mintz e Sander Sittig, dialogo virtuoso tra un violino e un pianoforte

L’Associazione Scarlatti, ogni anno, a Napoli offre un cartellone di concerti ricco e trasversale ad un prezzo popolare e, quest’anno, ha valorizzato ancora di più la sua proposta con artisti del calibro di Shlomo Mintz, uno dei più grandi violinisti del nostro tempo.

Che cosa sto ascoltando? Mi sono posto questa domanda quando Shlomo Mintz e Sander Sittig al Teatro Sannazaro di Napoli hanno cominciato a suonare il Poème in mi bemolle maggiore op.25 di Ernest Chausson, un brano scritto nella primavera del 1896 a Firenze. Un momento intimista, denso di nostalgia, con ondate di colori diversi che si sovrapponevano su una tela immaginaria per dare vita ad un capolavoro impressionista. Confesso che non conoscevo questo brano ma è stato, probabilmente, il punto di svolta di un concerto con una resa altalenante.

Shlomo Mintz e Sander Sittig, pianista che ha studiato al Conservatorio di Amsterdam, hanno proposto un programma che ha attraversato il Settecento e l’Ottocento cominciando con la Sonata in si bemolle maggiore per violino e pianoforte K 454 di Mozart. Scritta a ventotto anni nel 1784, in pochi giorni, ha una fisionomia aguzza, fatta di affondi meditativi e slanci vivaci che richiedono grande abilità e tecnica da parte degli esecutori. L’interpretazione di Mintz non mi è sembrata stupefacente e, talvolta, mi è apparsa anche leggermente “stonata”. L’ho ascritto ad un vezzo stilistico anche se, comunque, il dialogo tra violino e pianoforte pareva viaggiare su due binari diversi. Una prima parte, quindi, fredda e cervellotica che stentava a decollare.

Con Chausson, però, il concerto ha preso tutta un’altra piega. Autore poco frequentato ma molto raffinato, dalla scrittura immaginifica, con il Poème Mintz e Sittig hanno saputo dare risalto alle ombre e ai cromatismi wagneriani del brano traghettando il concerto su una dimensione più malinconica e intimista.

La seconda parte del concerto ha dato spazio ad una delle ultime tre sonate per violino e pianoforte di Brahms, l’op.108, in cui Mintz e Sittig hanno privilegiato l’aspetto melodico e lirico della sonata in un dialogo serrato, che avanzava per contrasti, fino all’ultimo movimento, un Presto agitato, che ha fatto da ponte con Sarasate, il violinista e compositore spagnolo famoso per le sue doti funamboliche sullo strumento. Nell’ultima parte, quindi, Mintz ha rubato letteralmente la scena soprattutto con la Fantasia su temi della Carmen di Bizet op.25 mostrando le sue abilissimi doti di violinista virtuoso. Il pubblico non poteva non gradire e ha richiamato i due musicisti sul palco per ben due bis (sempre di Sarasate, tra cui l’Habanera) applauditissimi.

Visto al Teatro Sannazaro il 30.10.2018

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