Il segno di Giotto

Il segno di giotto

Peppe De Vincentis, fotografia di Viviana Cangiano

Pippo Cangiano, autore e regista de Il segno di Giotto, favola metropolitana andata in scena il 3 ed il 4 Ottobre 2015 allo ZTN – Zona Teatro Naviganti di Napoli, descrive due personaggi apparentemente tra loro in antitesi, un rapinatore di mezz’età evaso di prigione ed un diciannovenne autistico appena divenuto orfano che vive da solo nel suo appartamento.

Un improvviso sequestro di persona fa da innesco alla vicenda durante il quale il giovane, interpretato brillantemente da Riccardo Citro, deve far fronte alla brutalità del delinquente, tratteggiata con rabbioso impeto e patimenti d’animo da Peppe De VincentisIl dialogo tra i due diviene a piccoli passi più intimo, le scene vengono scandite da drammi familiari, sprazzi di azione da thriller e momenti comici ben riusciti; lo sviluppo della trama porta lo spettatore a scoprire i segreti ed i rapporti nascosti che legano i due protagonisti con il giusto ritmo, complici le musiche d’atmosfera e la scenografia essenziale di Federica Del Gaudio.

La regia appare omogenea ed insiste su di un tema delicato, dando la parola al ragazzo autistico in un interessante registro lessicale, sfaccettato e luminoso, diametralmente opposto alla violenta dialettica del delinquente, ricca di silenzi, scatti e potenza vocale.
L’impalcatura tenuta saldamente dalla scrittura e dalle prove degli attori traballa a tratti nell’epilogo buonista, vibrando sotto i tenui scossoni di una risoluzione funzionale ma poco incisiva, lasciando scaricare in maniera non troppo graduale la tensione accumulata per tutta la durata dello spettacolo e pregiudicando in minima parte la riuscita dell’intera rappresentazione.

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