Porco Mondo: Biancofango in scena al Nest

porco mondo

Dal 30 Aprile al 1 Maggio la Compagnia Biancofango ha portato in scena presso il Nest a San Giovanni a Teduccio, Porco Mondo, una drammaturgia di Francesca Macrì e Andrea Trapani.

Una storia che non è una storia, in un luogo che non esiste, in un tempo indecifrato.

Un lui e una lei. Una coppia. Lui (Andrea Trapani), uomo finito, disagiato e rozzo il cui unico sfogo è una chat intrattenuta con una ragazzina di 13 anni. Lei (Aida Talliente), disperata e piena di nevrosi, vestita goffamente da Marilyn Monroe per tentare di risvegliare nel marito i desideri e le attenzioni ormai sopite da tempo.

È la notte di Natale. La scena è spoglia. Due sedie, una radio, un panettone e uno spumante. Il “porco mondo” non è in quella stanza priva di elementi ma è fuori, per la strada, tra le case, sotto i ponti, nelle chat. Ma è anche dentro di loro, è sopratutto dentro queste due figure. Una malformazione interiore che viene portata anche all’esterno. Quei due sono dei reietti anche se nascosti dentro abiti bianchi, puri, immacolati e convenzionali. Anzi questo loro continuo tentativo di piacere a se stessi e voler piacere all’altro (sopratutto da parte di lei) li rende ancora più ridicoli e maldestri. Inizialmente si mostrano per come sono, senza vergogna. Questa regressione torna poi alla fine, dove prevarrà sopratutto l’istinto animale e l’impulso più che il sentimento.

La parola soccombe per lasciare spazio ai gesti, alle moine, al corpo vivo. Quando arriva il suo momento invece fuoriesce dalla bocca quasi fagocitata, piena di fango, di sporco, piena di dolore e di schifo. È trattenuta ed innaturale. Ma poi esplode ed è subito frenesia allo stato puro. La parola è superflua e rimarca ancora di più ciò che nel silenzio già ci è stato raccontato. Si parla solo per raccontare “la schifezza”, l’impossibilità di trattenersi dal fare ciò che si vuole nonostante quei desideri siano malsani e proibiti.

Biancofango riesce a portare in scena qualcosa di più della semplice performance dell’attore moderno. È tutto fluido e sgraziato allo stesso tempo. Un lavoro sopraffino sul corpo e su tutto ciò che di profondo esso possa esprimere. Un “porco corpo” in un porco mondo. Un corpo che si muove prima dentro e poi fuori, ma solo di riflesso. Gli attori sono sempre innervati in scena non lasciando nulla al caso.

Porco Mondo non finisce, o almeno non ci è dato sapere. Quello che ci resta dentro sono ancora quei due, nudi, sulla scena. Nonostante si siano divincolati e ribellati tornano sempre lì, su quelle due sedie, come se fosse l’unica cosa che son capaci di fare dopo tanto tempo.

Ormai non c’è più la scelta consapevole, ma solo la bestia, una bestia bramosa di vita e di carne. E sarà sempre così, sia nel loro che nel nostro porco mondo.

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