Non farmi ridere sono una donna tragica di Massimo Andrei

massimo andrei

Al Nuovo Teatro Sancarluccio in in scena dall’11 al 28 febbraio 2016 lo spettacolo di Massimo Andrei, autore e regista, interpretato dalla brillante Gea Martire Non farmi ridere sono una donna tragica. Lo spettacolo, che ha visto il suo debutto nazionale al Positano Teatro Festival 2015 ad agosto, è prodotto da Tappeto Volante, società di produzione teatrale riconosciuta dal Ministero dei beni culturali e dalla Regione Campania, presenza importante negli eventi di turismo culturale.

Protagonista della rappresentazione è la comicità, leitmotiv delle produzioni dell’autore, che utilizza per spaziare ed analizzare i temi fondanti della vita quotidiana. In questo caso l’amore inutile filtrato attraverso l’azione ed il pensiero della protagonista in scena, Silvana, una donna tragica, in quanto vive la sua vita improntata all’eterna tragicità, sempre in bilico sulla fine del mondo, ma anche una comica perché, parafrasando Nietzsche, nulla è più comico della tragedia finendo spesso col ridere della vita stessa. Il tutto attraverso la tormentata vita sentimentale della protagonista, i suoi mille amori, i suoi mille cambiamenti e le analisi scientifiche dello studioso Carlo Rimetti, Massimo Andrei, sull’amore vero.

Ma se l’amore vero, l’amore inutile, quello scevro da interessi di sorta, puro come può essere l’amore di una pianta che  non chiede nulla se non acqua per continuare a vivere, diventasse oggetto di studio? In che modo potrebbe essere liberato dai costrutti che secoli di studi ed approfondimenti, nei più diversi livelli, gli hanno conferito rendendolo sempre meno puro e sempre più rispondente all’immagine che di volta in volta  passa il testimone in un determinato momento storico? La risposta di Carlo Rimetti è semplice: individuare un oggetto di studio reale e tangibile, e quindi opposto all’amore, che possa permettere la validazione della teoria. Tale oggetto di studio è Silvana, una donna tragica perché tragico è il modo di vivere le sue passioni, tragico è il suo quotidiano, tragici sono i suoi amori perché sofferti e sofferenti: Gaspare che l’ha quasi condotta sull’orlo della pazzia perché l’amore per lui è na freva fort, che la sta consumando; Salvio, altro tragico, amato in silenzio perché sposato: Gregorio, amore silenzioso, troppo silenzioso, senza un’uscita, un fiore, una avvicinamento intimo, bello si, ma troppa contemplazione, la donna ha bisogno di un uomo di sostanza, di qualcuno in grado di appendere un quadro, cambiare una lampadina, un uomo che porti fuori la spazzatura. Un uomo che serva, dunque, a qualcosa.

Silvana è dunque una donna ingabbiata nell’amore, abbandonata dalla ragione che le avrebbe consentito la salvezza. Invece preferisce soffrire, perché innamorata del dolore che uomini di volta in volta le procurano. Proprio per questo non è una donna tragica ma comica, che mischia storia ed immaginazione, ordisce trame dall’esito nefasto di cui è la sola organizzatrice. Ma c’è salvezza per la nostra Silvana? Forse. Dovrebbe incontrare un uomo semplice, tranquillo, libero da legami . Un uomo, dunque, che si offra senza chiedere nulla in cambio.

L’ex marito di Silvana muore e sceglie lei quale unica erede dei suoi averi, compresa una villa immensa, con un meraviglioso giardino, ricco di piante, fiori e secolari ulivi, amorevolmente curati da Carmine, una sua vecchia fiamma. Un anno dopo il suo ingresso in questa nuova casa Silvana è una donna nuova, non più arrabbiata ma in armonia col mondo, fa meditazione ed ha un nuovo amore. Ed ha anche un giardiniere. Finalmente? Non proprio. Silvana è  cambiata ma è ancora vittima e carnefice dell’amore ingabbiato, non ha ancora trovato una forma diversa, costruttiva. Forse un uomo semplice, come Carmine, un uomo che non chiede nulla se non un po’ d’acqua potrebbe aiutarla. Un uomo che legge il pensiero degli antichi per cercare il senso dell’amore,  quello vero, quello che libera dell’estraneità e riempie d’intimità. Sarà la volta buona?

Non farmi ridere sono una donna tragica è una spettacolo esilarante, pieno di ritmo e di ironia. I dialoghi incalzanti vedono l’alternanza di lingua italiana e napoletana enfatizzata dalla minima facciale e una forte presenza scenica. Sin da subito le vicende di questa donna tragica e comica allo stesso tempo conquistano il pubblico grazie alla intensit dei due protagonisti. Gea Martire è un’eroina coinvolgente artefice di una napoletanità autentica che consente risate a crepapelle e Massimo Andrei veste abilmente i passi dello specialista delle relazioni umane e del semplice ed onesto giardiniere.

Uno spettacolo divertente, leggero che lascia aperta la porta a plurimi interrogativi sull’amore vero, se davvero possa essere quella cosa per la quale, o senza la quale, si rimane tale e quale.

 

Info

Nuovo Teatro Sancarluccio

via San Pasquale a Chiaia, 49

081 4104467 – botteghino@nuovoteatrosancarluccio.it

Orario: da giovedì a sabato ore 21:00, domenica ore 18:00

Prezzo: 20€

 

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