Misura per Misura, calunnia e lussuria secondo Laura Angiulli

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La Galleria Toledo di Napoli ospita dal 15 al 23 marzo 2016 Misura per Misura, problem play di William Shakespeare scritta nel 1603, per la regia di Laura Angiulli. In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte dell’autore inglese, il teatro stabile d’innovazione napoletano punta su uno dei suoi testi più complessi e trasgressivi, che porta in sé elementi della tragedia e della commedia, motivo che gli è valso l’iscrizione tra le problematic novel o dark novel.

A lungo considerata l’opera minore del repertorio shakespeariano, Misura per Misura è uno dei classici più moderni, in grado di poter raccontare la contemporaneità senza dover subire trasformazioni di sorta. È un dramma che ruota attorno al tema dell’ambiguità della vita in tutte le sue sfaccettature. È la rappresentazione della tensione insita nella natura umana tra giustizia e verità, tra l’essere delle cose e la loro apparenza. Nella sfera privata come in quella pubblica, nella gestione dei rapporti familiari come nell’amministrazione di una città. Senza tralasciare la trattazione di temi sempre attuali, caratteristica tipica del teatro del drammaturgo di Stratford-on-Avon, quali la pena di morte e la connessa, in questo caso, moralità. Ambiguità come tensione dominante dell’intero dramma, tratto comune dei pensieri, delle parole e azioni degli attori in scena.

L’allestimento è nudo ed è subito mostrato allo spettatore, accolto in sala dagli attori già presenti in palcoscenico. Seduti sulle loro sedie e su panche che costeggiano la parte posteriore, la zona oscura della città che fa da sfondo alla rappresentazione, una Vienna pressoché insolita, abitata da ruffiani e prostitute, portatori di un’istintualità incontrollata che rivendica spesso senza le giuste argomentazioni le proprie ragioni. Immobili, silenziosi, sembrano assorti nei loro pensieri. Gli spazi scenici sono inglobati, privi di una separazione, tutti ugualmente presenti. Una continuità scenica che, seppur molto rispettosa dell’opera, ha il grande pregio di essere di forte impatto visivo ed evocativo grazie all’impianto scenico curato da Rosario Squillace. Un’atmosfera dai toni molto cupi che ben contribuisce a restituire la tensione insita nell’opera.

La storia prende il via con l’allontanamento di Vincenzo, Duca di Vienna, Gennaro Maresca, dalla  sua carica diplomatica alla volta di una missione segreta lasciando l’onere di vicario ad Angelo, Luciano Dell’Aglio, uomo casto e austero che ispirato da tali castigati principi è reputato l’unico in grado di ricondurre entro i giusti ranghi la perversa città. La momentanea assenza del Duca nasconde un secondo fine: osservare dal popolo la gestione di Angelo. Al centro della vicenda Claudio, reo di aver resa incinta la giovane fidanzata Giulietta senza aver contratto regolare contratto di matrimonio con lei e pertanto condannato a morte proprio da Angelo. A correre in suo aiuto Isabella, Alessandra D’Elia, sorella di Claudio, novizia tanto casta quanto bella in grado di accendere la passione, nonché i più bassi impulsi del nuovo vicario che acconsente a rivedere la sua condanna ad una sola condizione: il corpo di Isabella, la quale preda di sentimenti convulsi, misto di orrore e repulsione, chiede aiuto a frate Ludovico, responsabile transitorio delle anime dei condannati ma nient’altro che il Duca travestito, il quale offre alla bella novizia una soluzione per mandare  in frantumi i piani di Angelo: acconsentire alla prestazione carnale soltanto se questa avvenga nel buio più totale, di modo che a lei possa sostituirsi Mariana, vecchia fiamma di Angelo che avrebbe dovuto sposare tempo addietro ma che di fatto rifiutò non appena la dote di lei andò dispersa in un naufragio. Nonostante l’atto carnale, Angelo ritira la parola data e chiede la testa di Claudio. Il ritorno in patria del Duca porrà fine alla catena di sotterfugi, ingiustizie e profonde menzogne che la sua temporanea e voluta assenza ha dato il via. Ma anche in vesti diverse ed in apparenza buone e giuste, il vizio è sempre dietro l’angolo.

La regia realizzata da Laura Angiulli, non nuova all’allestimento di opere del drammaturgo inglese, propone una messinscena forte tanto nei dialoghi quanto nella caratterizzazione dei personaggi con una carica ben commisurata di ironia, crudeltà e prostrazione. I dialoghi, nello specifico, coinvolgono il pubblico in maniera diretta: gli attori in scena si rivolgono direttamente agli spettatori, guardandoli negli occhi, quasi aspettandosi una risposta, facendoli sentire sin da subito parte del tutto, dell’azione che di lì a pochi metri sta per compiersi. Un tacito consenso che contribuisce a rendere questa rappresentazione fortemente intima nonostante la trattazione tematica sia in grado di dar luogo ad ampi e plurimi dibattiti.

Convincenti gli attori in scena, con leggere punte di disomogeneità, che con abilità, vestendo e cambiando gli abiti del vizio, della calunnia, dell’inganno, della pretesa giustizia in nome di una concezione politica che si fregia di essere super partes ma che di fatto si rivela la più subdola delle corruzioni, passeggiano tra diverse anime da interpretare, talvolta affini, talvolta opposte. Uscendo di scena, sparendo dietro le quinte o restando visibile agli occhi nei diversi ambienti inglobati del palcoscenico, segnando una linea immaginaria tra di essi.

Una pièce dai toni forti ed una regia che punta a mettere in risalto questo spaccato inquietante di modernità, dove il vizio e la calunnia precludono la possibilità di redenzione dell’animo umano che, all’interno di un perverso meccanismo  volto al perseguimento dei propri interessi, resta schiacciato dalla viltà della propria misera condizione. Cercando sempre un vantaggio. Deus ex machina compreso.

Info

Galleria Toledo teatro stabile d’innovazione

Misura per Misura

di William Shakespeare
drammaturgia e regia Laura Angiulli
con
Stefano Jotti
Giovanni Battaglia
Alessandra D’Elia
Agostino Chiummariello
Michele Danubio
Federica Aiello
Gennaro Maresca
Luciano Dell’Aglio
Vittorio Passaro
e l’allieva Maria Scognamiglio
impianto scenico Rosario Squillace
luci Cesare Accetta
assistente alla regia Flavia Francioso
tecnico luci Lucio Sabatino
responsabile tecnico Luigi Agliarulo
comunicazione Roberto Miele
segreteria Dolores Ruggieri

in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli
corso di scengrafia per il teatro Prof Tonino Di Ronza

 

 

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