Lou Barlow: tra alte e basse fedeltà

La storia di Lou Barlow è quella di un talento inquieto. Mai statico all’interno delle varie formazioni di cui negli anni ha fatto parte, ognuna delle fasi della sua carriera si è originata come una reazione o un’alternativa a ciò che di più importante o visibile il musicista stava contribuendo a tenere vivo.

Nato nel 1966, nella metà degli anni ’80 il teenager Barlow vive il periodo d’oro del post-punk americano, e con l’amico J Mascis forma uno degli innumerevoli gruppi hardcore figli di quell’epoca, i Deep Wound. Qualche cambio di formazione e di direzione musicale, verso una forma di pop chitarristico che dell’hardcore mantiene la veemenza chitarristica (e che, dagli Husker Du in poi sarà una delle matrici prime di ciò che oggi chiamiamo ‘indie rock’) e la band prende il nome di Dinosaur, poi Dinosaur Jr. Nei Dinosaur, il bassista Lou fa da spalla ‘di lusso’, in quanto col passare del tempo le sue iniziative come autore sono sempre più messe a tacere da Mascis; quando si dice ‘due galli in un pollaio’…
Unico contributo di un certo rilievo al canone dei Dinosaur da parte di Barlow è Poledo, una allucinata ‘mini-suite’ acustica realizzata con un paio di registratori a cassetta (una forma meno che rudimentale di sovraincisione), che compare nel magnifico You’re Living all over me. Il minimalismo degli arrangiamenti del pezzo e l’attitudine che non disdegna i mezzi di fortuna quando questi servano per liberare la creatività di chi registra non sono certo una novità (nello stesso periodo i Beat Happening stanno scrivendo pagine importanti nelle musiche di questo genere) ma anche qui ci troviamo di fronte a una delle prime sintesi di un suono che caratterizzerà molte delle migliori produzioni del decennio, la cosiddetta ‘lo-fi’ su cui molto è già stato detto e scritto (e che, per quel che ci riguarda, ha cessato di essere un mezzo espressivo più di tanto rivoluzionario più o meno nel 1994, ma questo è un altro discorso). 
Rimanendo in secondo piano nei Dinosaur Jr per tutto quello che è il loro periodo d’oro (1985-88, con gli album DinosaurYou’re Living… e Bug), Barlow pensa bene di dirottare la propria vena sperimentatrice altrove. È così che assieme ad Eric Gaffney forma i Sebadoh, la cui storia è davvero troppo lunga e complicata per raccontarla con precisione qui (magari ci torneremo in futuro con un Time Capsule). Vi basti sapere che nel giro di pochi anni, più o meno in corrispondenza dei primi anni ’90, i Sebadoh diventano, da passatempo che erano, un gruppo a tutti gli effetti, capace di rivaleggiare coi Dinosaur sotto ogni profilo, e anzi dotato una creatività e una vitalità addirittura superiore, dimostrata da album eccellenti come IIIBubble and Scrape e Bakesale, che coniugano alla perfezione l’irruenza sonora degli anni del post-punk con forme compositive sempre più pop e vari episodi in cui l’approccio sonoro è ancora quello grezzo delle origini.

A questo punto, coi Sebadoh ormai maturi abbastanza da poter rifinire degnamente le proprie registrazioni, succede però la stessa cosa che si era verificata qualche anno prima, ossia che Barlow (questa volta non perché messo in disparte dagli altri autori del gruppo ma perché limitato dalle proprie stesse scelte di condivisione totale coi compari dell’attività di compositore principale dei pezzi) si ritaglia altri spazi di creatività indipendente. Alcuni sono dei veri e propri esercizi solisti, sotto varie denominazioni (SentridohLou Barlow and his Sentridoh e simili), che vedono Barlow pubblicare raccolte di pezzi in forma assolutamente scarna, praticamente dei demo a poche tracce che alternano pezzi di bravura eccezionale al cazzeggio figlio di Poledo. Un altro in particolare, invece, diviene esattamente la stessa cosa che i Sebadoh erano stati per i Dinosaur Jr: un’attività alternativa, in tono minore, parallela alla band ‘madre’ ma non contrastante con essa. Il compagno di Lou in questa avventura, che inizia più o meno nel 1993, si chiama John Davis, e costituisce metà del duo denominato Folk Implosion, che sulle prime riempie tutti gli spazi di ‘bassa fedeltà’ lasciati scoperti dalla crescita artistica dei Sebadoh.

Per tutta la seconda metà degli anni ’90 le vite dei due gruppi procedono parallele, con i Sebadoh in fisiologico declino e i Folk Implosion prima alfieri della lo-fi, poi star loro malgrado: il successo del singolo Natural One, tratto dalla colonna sonora del film Kids, li porta prima ad allontanarsi definitivamente dalla bassa qualità di registrazione come scelta artistica, poi addirittura a licenziare un album per un’etichetta major, la Interscope. La stessa che, dopo l’abbandono di Davies nel 2000, rifiuta di mantenere sotto contratto la nuova formazione di Barlow, quei New Folk Implosion che, finita anche l’avventura dei Sebadoh, mantengono viva una voce fondamentale del panorama indie-rock internazionale (che nel frattempo continua a dedicarsi alla bassa fedeltà con il marchio Loobiecore, servendosi di un sito web per proporre quasi in tempo reale al suo pubblico demo e work in progress vari sotto forma di mp3), tornata ad incidere per un’etichetta storica come la Domino (negli Stati Uniti invece The New Folk Implosion è pubblicato da iMusic).

DISCOGRAFIA RAGIONATA (al solito, privilegiamo i titoli più facilmente reperibili, anche a scapito di EP, rarità e cose simili):

Con i Dinosaur Jr:
Dinosaur (Homestead, 1985)
You’re Living All Over Me (SST, 1987)
Bug (SST, 1988)

Con i Sebadoh:
The Freed Man (Homestead, 1989)
Weed Forestin (Homestead, 1990)
III (Homestead, 1991)
Sebadoh vs, Helmet (EP, Domino, 1993)
Rocking the Forest (EP; Domino, 1993)
Bubble and Scrape (Sub Pop, 1993)
Bakesale (Domino, 1994)
Harmacy (Domino, 1996)
The Sebadoh (Domino, 1999)

Da Solista:
Winning Losers: A Collection of Home Recordings (Smells Like Records, 1994)
Losing Losers (Shrimper, 1995)
Lou Barlow & His Sentridoh (City Slang, 1995)
Lou Barlow & Friends: Another Collection of Home Recordings (Mint Records, 1995)
Free Sentridoh Songs from Loobiecore (Domino, 2002 – primo volume che raccoglie su cd quasi tutti i pezzi già pubblicati su Loobiecore.com)

 

Articolo di Luca Fusari

Manfredi

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