La sposa yemenita

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“Sono a Sana’a per approfondire la mia conoscenza della lingua araba. (…) Mi sento una bambina e lo Yemen potrebbe essere anche il paese delle fate, se non fosse così povero. (…) Ho lezione fra pochi minuti. Mi sbrigo a finire i compiti, ma… alla fine decido di lasciare il pigiama sotto l’abaya. (…) Devo dire che le usanze yemenite hanno alcuni vantaggi.” A parlare è Laura Silvia Battaglia, nel suo graphic novel autobiografico La sposa yemenita. Di origine siciliana, Laura Silvia è giornalista e documentarista, la sua specialità sono i reportage in luoghi difficili, dove si consumano conflitti senza fine. Tra questi, ad occupare un posto particolare nel cuore della giornalista è proprio lo Yemen con la sua capitale Sana’a, dove la donna ha vissuto per diverso tempo. Da questa esperienza è scaturita la volontà di raccogliere le sue memorie in un libro ed è così che è nata La sposa yemenita. Delle matite, invece, si è occupata Paola Cannatella, anche lei originaria di Catania ed artista tutto fare: grafica, insegnante di fumetto, illustratrice. Lo stile utilizzato dalla disegnatrice è una sorta di super-deformed e i pupazzetti che popolano le tavole del romanzo riescono a smorzarne i toni drammatici. Sì, perché a dispetto del titolo, ciò che viene mostrato al lettore non è soltanto il rito matrimoniale in Yemen – a cui, comunque, è dedicato un capitolo che descrive tutta una serie di consuetudini e festeggiamenti molto particolari, della durata di interi giorni – ma molti altri accadimenti che sono, purtroppo, davvero poco lieti. Come le terribili conseguenze derivanti dall’utilizzo dei droni di guerra o l’inquietante vicenda dei bambini che vengono trafficati e diventano a loro volta trafficanti e che, nel corso delle loro brevi vite, non hanno conosciuto altra realtà al di fuori di un quotidiano fatto di sofferenza e dolore.

Una delle cose che mi ha colpito di più, è una frase relativa all’attuale condizione delle donne: “Dalla rivoluzione del 2011, anche se sembra una contraddizione in termini, le donne si coprono di più. Ci sono molte più donne in niquab di prima, piccole e grandi, giovani e vecchie. Una divisa che non ha molto a che vedere con i colorati vestiti tradizionali che ancora qualche anziana si ostina a vestire e che nelle campagne sono per fortuna comunissimi.”

Eppure, in questa città dalle mille contraddizioni, la giornalista ha vissuto un periodo di relativa pace, scoprendo usi e costumi lontanissimi dai nostri e accettando con intelligenza le differenze culturali, arrivando ad instaurare un bellissimo rapporto di reciproco rispetto con Assan Abdullah Al-Sheikh, ex sottosegretario del Ministero per le attività religiose in Yemen. In più, durante la sua permanenza a Sana’a, Laura Silvia ha trovato perfino l’amore. Questo libro, veramente molto sentito, si chiude con l’augurio da parte dell’autrice, di una rinnovata felicità per Sana’a e la speranza che possa tornare ad essere la città che l’ha accolta e di cui si è profondamente innamorata.

Titolo: La sposa yemenita
Autore: Laura Silvia Battaglia, Paola Cannatella
Editore: BeccoGiallo
128 pp., col. – 16,00 €

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