Intervista ai Posteggiatori Tristi

16143150_1174005962718393_4535993067769438_nI Posteggiatori tristi rappresentano un unicum nel patrimonio napoletano e non solo. Li abbiamo incontrati per parlare del loro ultimo progetto Frankenstein ‘O mostro, una commedia musicale che andrà in scena al Teatro Bellini dal 19 al 21 febbraio e al Piccolo Bellini dal 23 al 26.
1) Due parole sulla compagnia
Da diversi anni abbiamo creato questa compagnia ibrida in cui si incontrano le nostre diverse provenienze e professionalità. Come in un fumetto ogni musicista attore ha ormai un carattere, un personaggio che, di volta in volta si trova a vivere diverse avventure. Il lavoro degli attori, (in questa formazione Rosario Giglio e Valentina Curatoli) si intreccia a quello dei musicisti (Anne-Laure Carette, Emanuele Esposito e Ivan Virgulto) senza soluzione di continuità.  Il lavoro di drammaturgia di Sara Sole Notarbartolo è allo stesso modo intrecciato con quello della direzione musicale di Davide d’Alò, sia nella scrittura delle storie che in quella delle canzoni. E poi c’è il capocomico, Karamazov – Pietro Botte che, integrando più ruoli, sia quello di musicista che di attore che quello di creativo in generale incarna perfettamente il mostro, il nostro Frankenstein
2) Da dove nasce l’idea di Frankenstein ‘o mostro? Come vi è venuta l’idea di adattare il romanzo di Mary Shelley?
Dopo la trilogia di Operazione Sciarappa, in cui ci siamo confrontati con drammaturgie completamente originali, volevamo affrontare un classico della letteratura o del cinema: in Frankenstein abbiamo trovato un’unione tra l’immaginario cinematografico e quello letterario. Al contempo questo personaggio ci ha messo a confronto con il tema della diversità e con la mostruosità che è in tutti noi.
3) La vostra collaborazione con il Teatro Bellini si sta dimostrando molto fruttuosa. Dopo due anni di aperitristi arrivate sul palco ‘grande’. Siete emozionati? 
Il Teatro Bellini è la realtà più viva che opera attualmente a Napoli, siamo onorati dell’entusiasmo con cui ci hanno accolto e con cui ci sostengono. Rappresentare il nostro musical nel cartellone principale nasce proprio dal tema portante degli AperiTristi della scorsa stagione in cui il refrain del Maestro La Pezza, e tormentone di ogni puntata era il desiderio di andare in scena “sul palco grande”. Grazie anche alla collaborazione con Interno5, da due anni ormai le nostre “tristi disavventure” animano ogni spazio del teatro, dal foyer, al sottopalco del bar, al piccolo Bellini. E’ molto stimolante per noi vivere e far vivere tutti questi luoghi della “Casa del Teatro”. E comunque sì, siamo emozionati!
4) Come si relaziona la posteggia con questo musical?
In questo spettacolo facciamo un altro passo in avanti verso l’idea che da sempre abbiamo della posteggia e cioè che il bello di questo genere musicale non sia solo la proposta del repertorio classico della canzone napoletana, ma quella mescolanza tra repertori e influenze che da secoli ne fa uno degli spazi di sperimentazione e scambio tra cultura “alta” e “popolare” più interessanti della tradizione napoletana. Attualizzare  oggi questo spazio  vuol dire includervi, tra le altre cose, anche la musica rock e pop,  l’opera lirica, le colonne sonore, il musical ed ovviamente la canzone comica napoletana. Ci siamo quindi divertiti a creare brani originali in una varietà di generi, che fanno dello spettacolo un “mostro” musicale, fatto di “pezzi-sonori” cuciti tra loro.
5) Nel vostro spettacolo si parla anche di lavoratori sfruttati e sottopagati. Vi sentite vicini al tema della precarietà nel lavoro? 
Il lavoro dell’artista si basa da sempre sulla precarietà. Il costante disequilibrio del lavoro creativo rende forse più resistente la nostra categoria rispetto a quelle che si sono ritrovate a viverla di recente. Nello spettacolo affrontiamo questo tema delicato con leggerezza e ironia, in modo che gli sfruttatori siano subito individuati come il Male e gli sfruttati come il Bene da proteggere.
6) Cosa ne pensate della considerazione dell’artista al giorno d’oggi? 
L’obiettivo di un artista, per come la vediamo noi, deve essere quello di portare avanti con rigore una coerenza di segno e di sostanza.
Soprassedere sull’esteriorità che tante volta la fa da padrona e riuscire a veicolare, proprio attraverso la musica e la leggerezza, un messaggio, un dialogo sempre attento al pubblico senza mai separare la qualità dalla popolarità.

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Una risposta

  1. 21 Gennaio 2018

    […] 23 al 26 al Piccolo Bellini. La collaborazione dei Posteggiatori con il teatro Bellini deriva dagli Aperitristi, eventi che hanno rallegrato il foyer del Bellini nel corso delle ultime due stagioni teatrali. […]

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