I Misteri di Lisbona

i misteri di lisbona

Portogallo/Francia/Brasile 2010

Scritto da Camilo Castelo Branco
Colonna sonora composta da Jorge Arriagada, Luis Freitas Branco
Cast Adriano Luz, Ricardo Pereira, Maria Joao Bastos, Léa Seydoux

 

I misteri di Lisbona, girato nel 2010, è l’ultima opera compiuta dal grandissimo cineasta cileno Raúl Ruiz, morto nel 2011, all’età di 70 anni. Sceneggiato da Ruiz Carlos Saboga, che ha adattato un romanzo del 1854, dal titolo omonimo, dello scrittore portoghese Camilo Castelo Branco, è un melodramma proustiano ambientato alla fine del diciannovesimo secolo. Al centro di tutto c’è la storia di Branco piena di intrighi, passioni, duelli e ossessioni, come se fossimo in un romanzo di Charles Dickens. Ma Ruiz la riadatta non usando le classiche convenzioni hollywoodiane per un film in costume ma caratterizzando l’intera pellicola con la sua visione, sospesa tra reale e surreale, impressionista e magrittiana. I personaggi vivono la loro vita in un mondo sognante, senza soluzione di continuità, figure di un teatrino aristocratico, ormai finito, tenuto miracolosamente in vita, con manierismi che sono, spesso, eccentrici e bizzarri, ma che esprimono l’infelicità e la pura impotenza dei singoli personaggi, intrappolati nella sorte dei loro antenati.

Al centro della storia c’è Pedro de Silva, un giovane orfano a Lisbona, preso sotto l’ala di Padre Dinis, direttore dell’orfanotrofio, un sacerdote scaltro e pieno di enigmi, meravigliosamente interpretato da Adriano Luz. Padre Dinis rivela a Pedro, poco alla volta, la straordinaria storia delle sue origini. Durante il suo racconto, la trama viene scossa, a più riprese, da numerosi colpi di scena fino a un ribaltamento del piano narrativo. Grazie all’aiuto fidato del suo direttore della fotografia André Szankowski, Raul Ruiz ha potuto escogitare riprese insolite, creando bozzetti con primi, secondi e terzi piani tutti in un’unica scena. Un’opera fruibile, popolare ma arricchita da un rigoroso sperimentalismo sia dal punto di vista narrativo che figurativo. La narrazione, in ogni modo, è sempre affidata a Padre Dinis che, nel corso del film, svela tantissimi misteri facendo slittare il racconto su diversi livelli temporali. La ricostruzione storica, ad opera di Ruiz, è accurata e analitica ma le vicende si muovono sempre a metà tra realtà e sogno: probabilmente è proprio questa la forza di questo film complesso, di quest’immensa soap ipnotica sull’arbitrarietà del destino. E forse, ne I misteri di Lisbona, Ruiz riesce dove aveva fallito ne Il tempo ritrovato, altro film monumentale tratta da “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust.

Grandissimi gli attori tra cui una fulgida Maria Joao Bastos nei panni di Angela Da Lima e un Ricardo Pereira, nelle vesti di Alberto De Magalhaes, che sorprende fin dal primo fotogramma. Disponibile anche nella versione cinematografica da 272 minuti.

 

 

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