Harold, il paradigma dell’improvvisazione teatrale

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È partita dalla parola «bivio» l’improvvisazione di Harold: lo spettacolo, paradigmatico nel suo genere e che costituisce il momento clou di Improteatro Festival, ha avuto inizio con la richiesta al pubblico di una parola, un’emozione, una suggestione del momento. Una miccia che accendesse la fantasia degli attori in scena. E il suggerimento è arrivato timidamente dalla platea, forse per il peso di una responsabilità nuova di chi guarda, ed ha innescato lo spettacolo andato in scena – per la prima ed ultima volta, irripetibile – sul palco del Teatro Nuovo sabato 17 settembre nell’ambito di Improteatro Festival.

Cosa si intende per improvvisazione teatrale può essere facilmente intuibile; ma è varcando la soglia del teatro e sedendosi in poltrona che lo spettatore, magari neofita del genere, inizia a chiedersi in cosa consista realmente, dà voce a quella domanda, guardando la scenografia vuota, sprovvisto delle note di regia e senza alcuna indicazione di titolo: “E adesso?”. Lo scorso sabato ha preso vita un Harold ricco di storie, dettagli e personaggi, inventati e costruiti a poco a poco da Daniele Marcori, Daniele Mazzacurati, Deborah Fedrigucci, Giorgio Rosa, Marianna Valentino e l’ospite belga Yann Van den Branden. La scenografia assente in principio si è arricchita dell’accurata gestualità degli attori e da qualche piccolo oggetto  che di volta in volta poteva cambiare la sua funzione. A più riprese comico, lo spettacolo ha suscitato applausi e risate da parte del pubblico, non mancando mai di focalizzare l’attenzione sulla parola suggerita dalla platea all’origine, «bivio». Non è mancato nemmeno il musical, forte dell’accompagnamento musicale del Maestro Marco Biondi alle tastiere, momenti in cui i motivetti inventati, orecchiabili e trascinanti, sono stati creati in italiano e in inglese. Le luci che hanno accompagnato lo spettacolo, si sono adattate e modulate ad ogni evento della scena, spegnendosi dopo poco più di un’ora di improvvisazione e di uno spettacolo che è risultato godibile, non sempre lineare, ma abbastanza coerente nelle sue scene e nei suoi personaggi, ripercorrendo le situazioni di perdita, smarrimento, scelta e separazione che la parola «bivio» (fortunatamente piena di significati da attribuire) ha ispirato.

Spente le luci, non sono mancati gli applausi, ancora una volta. Tante domande e sorpresa tra gli spettatori. La voce di Mario Gelardi, direttore artistico del Nuovo Teatro Sanità, invitato sul palco dal direttore artistico di Improteatro Festival, Giorgio Rosa  per aprire un piccolo ma necessario dibattito sullo spettacolo appena visto, le ha sintetizzate tutte perfettamente: «Come ci si assegna i ruoli? Come si cambia scena? Chi decide quando lo spettacolo deve terminare?», dando modo agli attori di spiegare qualche piccolo dettaglio del proprio lavoro.

Nella conferenza stampa di Improteatro Festival, Giorgio Rosa aveva affermato che la modalità di organizzazione del Festival e la tipologia degli spettacoli presentati dal 13 al 18 settembre – cinque inediti e Harold – era volta a capire quale fosse lo stato dell’arte dell’improvvisazione teatrale e a che punto fosse arrivato il rapporto con il pubblico di questo genere teatrale. Si potrebbe provare a rispondere a questo interrogativo, potendo asserire con molta tranquillità che l’improvvisazione teatrale può essere intesa come un mezzo di continua ricerca, ma non un punto d’arrivo – per la sua natura stessa di creazione infinita non potrebbe certo averne – adatto differentemente da altri generi teatrali a un pubblico più variegato. Improteatro, nella sua auto-riflessione sul genere, si dimostra adatto sia ad uno spettatore “occasionale” che ad uno esigente ed esperto, mettendo a nudo tecniche e possibilità, dimostrando la vera difficoltà del mestiere dell’attore, dando rilievo alle professionalità diverse che lavorano per uno spettacolo e che non possono prescindere da un dialogo tra esse per il funzionamento dello spettacolo. Che altrimenti, mancando tutte queste caratteristiche, non avrebbe potuto avere luogo lo scorso sabato 17 settembre al Teatro Nuovo.

 

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