Euridice e Orfeo al Bellini

11536478_963114810377595_5297198150402911769_oDal 9 al 14 febbraio, il Teatro Bellini ospiterà Euridice e Orfeo, opera che si rifa al mito classico di Orfeo, scritta da Valeria Parrella e diretta da Davide Iodice. Il lavoro, diviso tra suoni e recitazione, è affidato alle interpretazioni di Michele Riondino, Federica Fracassi, Davide Compagnone, Eleonora Montagnana e Guido Sodo.

Orfeo e Euridice, una delle storie d’amore più sofferte e dannate dell’intera storia letteraria, uno dei miti più conosciuti, rappresentati e amati, oggi assume contorni moderni e cerca di parlare con un nuovo linguaggio ad un nuovo pubblico.

Era già successo, solo qualche settimana fa con Gospodin dove un interprete come Santamaria non riuscì a risollevare le sorti di uno spettacolo senza infamia e senza lode. Sono “Attori da cartellone”, li chiamano così, quelli capaci di riempire una sala solo col loro nome. Pensando a ciò, ci saltano subito alla mente personaggi come Toni Servillo e, il recentemente scomparso, Luca De Filippo. Ma ci sono tanti altri elementi validi, magari meno famosi, eppure ugualmente capaci di portare la gente a teatro per vederli. Michele Riondino, tristemente ricordato come  “il Giovane Montalbano”, è uno di questi.
La sua figura si nota sul palco, in compagnia di un nutrito cast, quando lo spettacolo ancora deve cominciare, con un sipario insolitamente aperto e gli attori intenti a passeggiare e discutere.
Tutto comincia quando cala il buio e lontane, provenienti da un’eco, si iniziano a sentire le prime parole. L’eco, in tutto ciò, ha una rilevanza essenziale, poiché è così che viene recepita la trama di questa messinscena: lontana e appena percettibile.
Gli attori ce la mettono tutta, con discreto successo, per rendersi vivi al proprio pubblico, ma appaiono perfettamente immobili, ingessati all’interno di una sceneggiatura che li costringe come una camicia di forza. La regia non sembra aiutare, in quanto tutto si muove con una lentezza allucinante e persino gli svariati “colpi di genio” appaiono rallentati, superflui. Di tanto in tanto, nella sua ora e mezza di durata, viene fuori dal cilindro qualche guizzo, un’improvvisa emozione ma è veramente poca cosa vista l’aspettativa creata dai nomi e dal lavoro di ricerca. Se andate, quindi, “per vedere Riondino dal vivo” potreste comunque restare soddisfatti, visto che le interpretazioni sono l’unica cosa veramente notevole in questo lavoro di Iodice/Parrella. Solo che questo “Orfeo ed Euridice” moderno, questo richiamo al ventunesimo secolo, riesce, in maniera probabilmente involontaria,  a rappresentare quel senso di noia e vacuità apparente di questa generazione e resuscita quell’occhio nostalgico e immotivato verso epoche e spettacoli mai veramente vissuti.

Euridice e Orfeo,
di Valeria Parrella, con Michele Riondino, Federica Fracassi, Davide Compagnone, Eleonora Montagnana e Guido Sudo.

Regia di Davide Iodice 

Teatro Bellini, dal 9 al 14 Febbraio 

 

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