Duramadre

Galleria-Toledo-Fibre-Parallele-Duramadre-300x333Duramadre è uno spettacolo della compagnia Fibre parallele, fondata da Licia Lanera e Riccardo Spagnulo nel 2003, selezionata per alcuni dei più importanti premi teatrali italiani (Premio Duse, Premio Ubu, Premio Scenario) ed internazionali (Premio Vertigine). Lo spettacolo è in scena preso la Galleria Toledo di Napoli dal 31 marzo al 3 aprile 2016.

L’atmosfera è distesa, stanca, sonnolenta. La sala è invasa da nebbia e polvere, che si stratifica in nubi sospese sulle poltrone vuote. Prima di entrare nel tempo dello spettacolo il tempo è già sospeso. Sospeso sullo spettatore, come gli strati di nebbia raffermi. Lo spazio della scena, lo spazio della storia, invade lo spazio del teatro fisico, sebbene non esista alcuna possibilità di scambio. È questo che crea la sospensione del tempo del primo sul tempo del secondo. E quest’angosciante sospensione che non circola è la base della messa in scena della compagnia Fibre parallele.

Si tratta di una storia sospesa, perché è storia che pende sul capo dei personaggi almeno quanto pende su quello di chi li osserva. Inoltre è storia sospesa perché è storia che si ripete pur arrestandosi ad ogni narrazione, cioè ad ogni vita che nasce. È la storia della “madre matrona”, figura che non ammette faglie, che non ammette padre, che non ammette distanza dai propri figli: una leopardiana madre natura che vive del potere che finge di avere sui suoi tre figli. Chiusi nello spazio sospeso, questi ultimi non hanno mai avuto identità, al di là di quella che la madre gli ha (letteralmente) cucito addosso. I tre cuccioli di uomo nascono con la nascita della messa in scena, subiscono le leggi di un paradiso infernale, in cui la legge materna è l’unica modalità di accesso al mondo, forse l’unica modalità di esistenza ammessa, visto che la madre è colei che cuce, ma è lo stesso mondo che li attornia ingabbiandoli.

La fiaba si dipana lenta proprio come si può tessere una tela e con essa tutte le sue possibili allegorie. Di volta in volta la madre potrà assumere, agli occhi di chi osserva, l’aspetto della natura, della società tutta, o persino di uno Stato che non ammette alcuno spazio privato. Ma forse il dato essenziale di Duramadre è piuttosto la sospensione della ricerca del significato metaforico, a cui lo spettacolo pure sembra chiamare. La madre che divora, la madre tracotante, la madre furiosa eppure toccante, la madre morta seppur mai moribonda, sono solo scene frammentate di miti mai sopiti. Scene sospese appunto. È veramente un’uscita quella che intravedono i figli fustigati e vessati sul fondo della scena? È veramente un’uscita quella che intravedono gli spettatori nelle proprie vite? O forse tutto è sospeso, sempre sul punto di ripetersi ancora ed ancora?

Àncora di questa ripetizione è la recitazione, fluida, costante, ritmata, si direbbe la narrazione di una fiaba il cui senso è nell’andamento piuttosto che nel contenuto. Eccezione sono i momenti di cesura, in cui un personaggio può intravedere un “blu profondo”, un colore assente su di una scena di bianchi e neri, molteplici perché anch’essi ripetuti e vittime della sospensione. Allora la parola è chiara e diretta, sprezzante del contesto nebbioso in cui nasce. E’ in questi momenti che la messa in scena raggiunge i suoi momenti migliori. Si esce dunque dalla sproporzione fiabesca, ben rappresenta dagli imponenti oggetti di scena, per raggiungere la misura dell’umano, dello spettatore che tace poco distante e che pure potrà sentire in questa rappresentazione un mito che ha i ritmi della vita che sta percorrendo.  I colori e le luci calde riappariranno quindi sulla scena, a dare forma e proporzione esatta a dei personaggi tesi nello sforzo di uscire dalla sospensione del mito ed entrare nell’apparente scorrere della storia.

 

Info

31 marzo – 3 aprile 2016
DURAMADRE

di Riccardo Spagnulo

con Mino Decataldo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Marialuisa Longo,
Simone Scibilia

voce Rossana Marangelli

costume Luigi Spezzacatene – Artelier Casa d’Arte Bari
luci Giuseppe Dentamaro
realizzazione scene Mimmo e Michele Miolli, Modesta Pece
assistenti alla regia Elio Colasanto, Rossana Marangelli

regia e scene Licia Lanera

produzione Fibre Parallele

 

Galleria Toledo
teatro stabile d’innovazione

orario spettacoli
feriali ore 20.30 / domenica ore 18

biglietti
feriali:
intero 15 euro
ridotto 12 euro
(per convenzionati e over 65)
giovani under 26 10 euro

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *