Comic? Atsushi Kaneko Extra Works

Qualche volta basta un tatuaggio per addentrarsi nei più oscuri recessi dell’animo umano. Per dire addio a quella “normalità” che governa, almeno in apparenza, le vite ordinarie di ciascuno di noi. Verità? Immaginazione? Follia? Non è dato saperlo, quando ci si ritrova davanti un autore come Atsushi Kaneko, del quale Edizioni Star Comics ha già pubblicato diverse serie – Bambi, Wet Moon e Deathco – prima di dare alle stampe questo Comic? Atsushi Kaneko Extra Works, corposo volume composto da brevi storie autoconclusive scritte nello spazio di vent’anni, che ci aiutano ad avvicinarci al mondo dell’enigmatico maestro giapponese.

Comic? Atsushi Kaneko Extra Works – pubblicato nella collana Umami, dedicata a produzioni più adulte e che ha già ospitato Uzumaki. Spirale di Junji Ito – è un manga difficile da raccontare, una di quelle opere che vanno lette, perché si tratta di un’esperienza soprattutto visiva, dove l’espediente narrativo è solo uno strumento per dar sfogo ad una fantasia senza limiti. Come dicevo all’inizio, la prima parte del libro è dedicata ad una serie di protagoniste femminili e ai loro tatuaggi, grazie a cui prendono vita molteplici fantasticherie (una ragazza che ha sempre pensato di essere il ragno e invece era l’insetto imprigionato nella tela; un’altra che, totalmente indecisa su ciò che dovrebbe essere, finisce con il tatuarsi un punto interrogativo; un’altra ancora, muta per tutta la vita, aveva preparato un tattoo da usare come ultima parola), mentre il secondo blocco raccoglie racconti dell’autore dagli anni Novanta ai Duemila, la maggior parte dei quali hanno nel titolo un bel punto di domanda, quasi ad acuire il senso di spaesamento nel lettore. Non sono facili da digerire, queste storie: piene di una violenza urbana, comune, ma proprio per questo, assolutamente inquietante. Tutti ne sono investiti in egual misura, le vittime possono trasformarsi in carnefici in maniera repentina e il personaggio più crudele trova sempre qualcuno peggiore di lui, in un brutale circolo che non ha mai fine.

L’approccio al fumetto di Atsushi Kaneko è assolutamente occidentale, del resto, non fa mistero della sua grande attrazione per il cinema americano – Stanley Kubrick su tutti. Probabilmente l’autore non è molto a suo agio con le etichette, ma la sua produzione ha tutte le carte in regola per poter essere definita underground. Kaneko è un artista particolare anche per la modalità di lavoro prescelta, in contrasto con quella che è la tendenza della maggior parte dei mangaka giapponesi, ovvero la decisione di fare a meno degli assistenti e lavorare completamente da solo.

Linee spesse, inchiostri netti e ben definiti, vanno a delineare tavole colme di elementi grotteschi, che hanno nella varietà di personaggi – che riprendono, con il motto destroy all manga, fuck forever, le classiche tipologie ben note ai cultori del fumetto giapponese, ma in maniera esasperata e caricaturale – il loro componente privilegiato. Attori eccentrici, confusi e fuori posto, pieni di manie ossessivo-compulsive, che si muovono in un Giappone brutale, esagerato, fuori di testa.

Non credo si debba cercare una morale nelle storie del maestro Atsushi Kaneko. I suoi racconti sono più delle intuizioni, dei trip allucinati di ciò che si trova dentro e fuori di noi, in quelle giungle di cemento che chiamiamo città e che, senza preavviso, possono trasformarsi in un terribile incubo, un inferno senza fine. Leggendo Comic? Atsushi Kaneko Extra Works ti rimane addosso una sensazione d’irreale, di sospeso, non sai bene come dovresti reagire: con una risata o un brivido di assoluto terrore? Cosa è accaduto davvero? Nessuno lo sa. Ma val davvero la pena staccare un biglietto per questo viaggio.

Titolo: Comic? Atsushi Kaneko Extra Works
Autore: Atsushi Kaneko
Editore: Edizioni Star Comics
256 pp., col – b/n – 15,00 €

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