Black Gospel: intervista a Vinci Cardona

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Black Gospel – Un vangelo western, primo graphic novel del giovane e bravissimo Vinci Cardona, si è aggiudicato il premio Giovanni Martinelli 2016 del Lucca Project Contest. Sfogliando il libro, non si fa fatica a capire il perché: già dal punto di vista stilistico, si tratta di un’opera compiuta e interessante, con accostamenti cromatici davvero ben riusciti, che ci restituiscono delle tavole piacevolissime. La storia è – come il titolo lascia intuire – un western un po’ sui generis, con molti riferimenti – sia nei nomi che nella caratterizzazione dei personaggi – alle sacre scritture.

Il personaggio principale, Barabba, incontra quella che poi diventerà la sua compagna di viaggio – e di avventure – Maddalena, in circostanze molto singolari: entrambi sono a capo di due bande di malviventi, che si ritrovano a svaligiare lo stesso treno. Le cose, com’è intuibile, non finiranno bene, perché tra i rivali si scatenerà una guerriglia proprio a bordo del treno, per il possesso del bottino. Barabba e Maddalena finiscono con il precipitare dal convoglio ferroviario e, ritrovatisi in condizioni disperate, metteranno da parte le ostilità per poter sopravvivere. Sulla strada per la redenzione, il loro messia sarà Wovoka, un bambino che sta cercando di riunire tutte le tribù indiane sotto un’unica bandiera, mentre il loro terribile nemico sarà Caifa, vecchia conoscenza di Barabba e anima nera impossibile da salvare.

Durante Napoli Comicon 2018, ho avuto la possibilità di fare una breve chiacchierata con l’autore, che mi ha svelato qualche retroscena sul suo Black Gospel. Siete pronti?

  1. Allora, la prima domanda è quella di rito: com’è nato Black Gospel? Si tratta di un’opera pensata a lungo o è frutto dell’ispirazione del momento?

In linea di principio, non bisogna fidarsi delle ispirazioni momentanee. Però, per quanto riguarda Black Gospel, mi è capitato di sognare dei soldatini di plastica al posto dei re Magi. Così ho cominciato a buttare giù le prime bozze e, in questo caso, si può dire che l’ispirazione del momento ha funzionato benissimo. In linea generale, non soffro particolarmente di blocco dello scrittore. Ad esempio, c’è chi ha le idee conversando con altre persone, ma non è assolutamente il mio caso.

  1. Quali sono i tuoi riferimenti culturali? Dal punto di vista stilistico, c’è un autore – o più di uno – a cui ti sei ispirato?

La mia principale ispirazione è stata lo scrittore Cormac McCarthy con il suo Meridiano di sangue. McCarthy ha una visione biblica, un tipo di narrazione molto radicata nella realtà, che sconfina spesso nell’incubo. Da questo progetto in poi, confesso che quando mi avventuro in qualcosa di nuovo, la parte che mi preoccupa di più è quella della storia. Un altro riferimento è Gus del francese Christophe Blain, un fumetto di cowboy da pamphlet , che tratta la vita del bandito con un approccio molto fresco e da appassionato del genere.

  1. Dato che in Black Gospel ci sono evidenti riferimenti al Vangelo, ti chiedo: qual è il tuo rapporto con la religione?

Sono stato credente, ma ora mi considero ateo. Sono convinto, però, che anche gli atei debbano avere un po’ di fede. Quand’ero ragazzo, ho letto più volte il Vangelo ed è una storia appassionante. Non è mai stato qualcosa di distante da me, è un romanzo con una sua importanza. Alcuni personaggi mi appassionano più di altri, come Barabba, che è il mio preferito. Mi piace perché, per lui, il fatto stesso di essere messo sulla stessa bilancia di Gesù, equivale ad essere salvato. Volevo che il protagonista fosse Barabba, tanto rilevante quanto Cristo.

  1. Hai vinto il premio Giovanni Martinelli 2016 del Lucca Project Contest. Cosa pensi abbia colpito la giuria del tuo lavoro?

È stato una specie di esame di laurea. Tanti altri partecipanti erano pieni di artbook, fogli, album, mentre io avevo soltanto una chiavetta con me. Si è stabilito immediatamente un dialogo con  Giovanni Marinovich (Edizioni BD) – presente tra i giurati del Contest – che è rimasto colpito dal modo in cui la storia tratta il rapporto con la fede e la razza: uno schiavo liberato e una donna sono personaggi dalla narrazione particolare, in più, l’antagonista è un razzista. Giovanni mi chiese se avessi intenzione di inserire scene di sesso. Mi piacque molto il suo modo diretto di andare dritto al punto ed è da lì che è nato tutto.

  1. Nella storia c’è un personaggio in particolare con cui t’identifichi, oppure ognuno di loro esprime un po’ del tuo pensiero?

Certo, c’è un personaggio che non parla tanto, ma è un po’ il filo conduttore della storia: si tratta di Lazzaro. Uno di quei personaggi che tengono unita la trama. Come esempio più vicino, mi viene da pensare a Gollum del Signore degli Anelli.

  1. In questo ventennale del Comicon si è molto parlato di passato e futuro del fumetto e, in particolare, dell’utilizzo massiccio delle nuove tecnologie. Qual è la tua posizione a riguardo?

Ho imparato a disegnare con il metodo bonelliano, quindi con matita e inchiostro. Con Black Gospel è entrata in gioco la mia passione per la colorazione. Il coloring del libro, infatti, è tutto in digitale e realizzare le tavole a mano, avrebbe rallentato moltissimo il lavoro.

  1. Sei aperto ad eventuali collaborazioni e, nel caso, a lavorare su sceneggiature altrui? Qualche indiscrezione su progetti futuri?

Con BD stiamo parlando di un nuovo libro, ma per il momento non posso fornire informazioni. Posso dirti, però, che ho altri due progetti in cantiere a cui sono molto affezionato. Non sono contrario alle collaborazioni, ma preferisco lavorare come autore completo perché il mestiere di autore unico mi è piaciuto e vorrei poter continuare così.

Titolo: Black Gospel – Un vangelo western
Autore: Vinci Cardona
Editore: Edizioni BD
232 pp., col. – 13,00 €

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