Battuage, il lato oscuro secondo Vuccirìa Teatro

Battuage

Foto di Dalila Romeo

Dopo il successo di Immacolata Concezione e Io, mai niente con nessuno avevo fatto ritorna in scena al Piccolo Bellini  di Napoli Vuccirìa Teatro con  Battuage, per la regia e drammaturgia di Joele Anastasi.  Lo spettacolo è frutto della prima prima fase di ricerca drammaturgica della compagnia siculo-romana ed affonda le radici nella profonda ricerca dell’identità e del genere.

Battuage è un duplice sguardo sul mondo: uno sguardo colmo d’odio ed uno sul mostro che ognuno porta dentro di sé. La convergenza tra queste due letture del mondo è il protagonista in scena, Salvatore (Joele Anastasi), appartenente a quel tessuto siciliano intriso di moralismi arcaici da cui fugge per perseguire il suo sogno fatto di ricchezza e successo.

Ad accogliere il pubblico la scenografia a vista. Siamo in un luogo di scambio tra interno ed esterno. È un bagno pubblico, gli orinatoi attaccati al muro, le mattonelle sporche, gli specchi illuminati da luci al neon, ma è soprattutto un luogo di incontro tra le anime dannate in cerca di sesso, a pagamento e non. Gli orinato, poggiati su bauli che di volta in volta sono utilizzati dagli attori come camerini, lasciando il momento del travestitismo teatrale sempre a vista sono il punto in cui si riversa questa umanità, reale, deteriorata e carica di eccessi.

Salvatore, il giovane uomo scappato da un provincia troppo bigotta per accogliere le sua personalità e le sue velleità, non si rende conto che in realtà questa provincia continua a vivere dentro di sé: dal proscenio invoca sua madre, le parla dei suoi potenziali successi ed inveisce contro lei e le sue pretese – Salvatore mi devi comprare le sigarette e il gratta e vinci. Salvatore mi devi comprare la pelliccia, non voglio più pulire le scale. Salvatore, Salvatore, Salvatore. Lo spettro di questa madre-terra natia pesa come un macigno sull’anima di Salvatore che, ormai disincantato ci racconta, la sua scelta con spietata sincerità: si prostituisce per soldi ma anche perché essere desiderato, toccato ed ammirato sono una parte essenziale di lui, di cui non può più fare a meno.

Lo stesso oblio che contraddistingue Salvatore accompagna anche gli altri protagonisti in scena: i trans che chiamano i clienti sul ciglio della strada, la giovane coppia di sposi, una moglie pronta alla devozione più totale ed un marito lanciato nella ricerca di rapporti occasionali con i trans, un giovanissimo gay ed i suoi  primi contatti con il sesso omosessuale.

Questo feroce supermercato di brutalità carnale mette in luce la mancata consapevolezza del sé: la necessità di appartenere ad un gruppo ad ogni livello della stratificazione sociale porta ad una inesorabile discesa negli inferi dove la ricerca di chi siamo e cosa vogliamo perde la connotazione di mera ricerca per abbandonarsi nelle pieghe di un destino triste in cui l’anima è troppe volte calpestata e da cui diventa difficile, perché ormai allo stremo delle forze, allontanarsi.

Vuccirìa Teatro ha fatto del lavoro sull’attore e sul testo il suo punto di forza. È evidente l’impegno, fisico ed emotivo, degli interpreti: Joele Anastasi, Federica Carruba Toscano, Ivan Castiglione ed Enrico Sortino. La fatica dell’attore viene fuori in ogni momento ed il pàthos generato è sincero. Rispetto agli spettacoli visti negli anni passati nel teatro napoletano Battuage si è contraddistinto per un’irruenza del racconto che, mentre negli altri lavori sin da subito ha generato un legame sottile con il pubblico, questa volta lo stesso legame si è palesato nella sua completezza a spettacolo terminato con la riflessione, ripensando al quadro d’insieme. Il rischio di riproporre storie note poteva essere elevato, ma il lavoro di questa compagnia lo ha reso ben altra cosa.

 

Battuage

drammaturgia e regia Joele Anastasi

con Joele Anastasi, Federica Carruba Toscano, Ivan Castiglione, Enrico Sortino

uno spettacolo di Vuccirìa Teatro

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

 

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