Treni strettamente sorvegliati al Teatro La Giostra/Speranzella81

Treni strettamente sorvegliati

Treni strettamente sorvegliati, spettacolo tratto dal romanzo del 1965 dello scrittore ceco Bohumil Hrabal, è andato in scena in anteprima nazionale al Teatro La Giostra/Speranzella81 per la regia di Massimiliano Rossi. Il romanzo, uno dei più celebri e amati di Hrabal, ha anche una trasposizione cinematografica di Jiří Menzel, vincitore dell’Oscar al miglior film straniero.

Gli scritti di Hrabal trovano un tratto comune nella narrazione degli eventi appartenenti al quotidiano ai limiti del paradosso. Per questo motivo l’ambientazione si caratterizza per marcati tratti popolari. Tutto ciò è particolarmente vero per Treni strettamente sorvegliati. L’azione scenica si svolge all’interno di una ferrovia, crocevia della vite dei protagonisti, mentre il passaggio tra il l’interno e l’esterno, intimo dei protagonisti ma anche fisico, è costituito dalle loro continue evocazioni: ricordi lontani e vicini nel tempo, ma anche speranze per il prossimo futuro, affollano la narrazione creando un’esplosione visiva ed immaginifica delle vicende di questo micro cosmo. Vicende che racchiudono la forza e speranza in un momento storico in cui l’uomo vessato, controllato, attanagliato cerca con tutte le sue forze un appiglio per andare avanti. La stessa ferrovia diventa simbolo di questo ingresso e di questa uscita dal tempo puramente presente. Essa è un luogo dove il passato ed il presente, il ricordo e le aspirazioni per un futuro ormai incerto si confondono in un momento unico in cui i confini sono indefiniti e senza consueta soluzione di continuità.

Miloš è un giovane ferroviere della Cecoslovacchia occupata dai nazisti. È innamorato di Masa e quando gli si presenta l’occasione di mostrare la propria virilità fallisce miseramente. L’umiliazione è tanta, al punto di spingerlo a tentare il suicidio tagliandosi le vene. Riesce a salvarsi ed una volta essersi fisicamente ripreso riprende il suo lavoro di ferroviere. La ripresa del lavoro coincide con un momento cruciale della sua vita: da un lato l’amicizia con Hubicka, collega navigato e marpione, gli consentirà finalmente di raggiungere quella maturità sessuale che gli era costata quasi la vita, dall’altro abbraccerà in maniera più o meno conscia l’ideale partigiano partecipando in prima linea al sabotaggio di un carico nazista. Miloš da giovane pieno di incertezze e paure affronta una prova di grande coraggio riuscendo finalmente a chiudere il cerchio: nell’eterna tensione tra amore e morte, evidente nell’ambito dell’intera messa in scena, Miloš  non è un più un ragazzino ma non è nemmeno un uomo. È un giovane più forte, pronto ad andare oltre, a compiere finalmente il grande passo.  È lo specchio di un momento fondamentale della storia ed in quanto tale racchiude in sé tutte le tensioni, gli scontri, i dubbi e le incertezze frutto della lotta tra le forze vitali dell’uomo.

Il percorso compiuto da Miloš è il frutto di un affiatamento attoriale molto forte: tutti i protagonisti si muovo sulla scena come legati da un sottile filo rosso. C’è armonia e complicità che inevitabilmente coinvolgono il pubblico nel percorso di crescita personale del protagonista. C’è anche un’armonia nel ritmo della recitazione che, animando l’intero spazio scenico in una sorta di danza emozionale, non lascia mai lo spettatore da solo con le proprie emozioni. Questo affiatamento è frutto della scelta registica di Massimiliano Rossi che nel tentativo di far emergere con forza la tensione di fondo tra vita e morte, riesce nell’intento amplificandolo e disegnando un equilibrio importante tra l’azione e l’emozione.

 

Treni strettamente sorvegliati

da Bohumil Hrabal
adattamento e regia Massimiliano Rossi
con Giovanni Buselli, Angela Rosa D’Auria, Pietro Juliano/Massimiliano Rossi, Giuseppe Villa, Giuseppe Fiscariello, Adele Vitale, Antonio Clemente, Noemi Giulia Fabiano, Sara Lupoli, Marco Aspride, Michele Capone, Valerio Lombardi
produzione TaRatatà

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