Tom Sawyer di Shin Takahashi

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Tom Sawyer di Shin Takahashi è un adattamento in stile graphic novel dell’omonimo e celeberrimo The Adventures of Tom Sawyer di Mark Twain, uno dei romanzi d’avventura più amati al mondo. La storia è narrata dal punto di vista di Haru, una ragazza che non ha vissuto un’infanzia molto canonica dato che, insieme alla madre, si trasferiva continuamente da un posto all’altro. In ultimo, la donna si stabilisce in un luogo che la bambina finirà con l’odiare: una cittadina della provincia giapponese, piena di persone scostanti e diffidenti verso chi non è parte della loro comunità. Per questo, appena avrà l’età per farlo, la ragazza andrà via di casa, lasciando irrisolto il conflitto con la madre – a suo avviso, una persona fredda che non è mai riuscita a comprendere ed amare – tre anni prima dell’inizio di questo racconto, e farà ritorno soltanto per celebrarne il funerale.

Scopriamo che la giovane donna non è soddisfatta della sua vita, che reputa mediocre: non possiede veri affetti e ha da tempo abbandonato il proposito di coltivare i suoi sogni, lasciandosi andare ad una triste routine. Inoltre, ritrovandosi orfana, sente anche di aver perso per sempre un luogo a cui far ritorno. Mentre, dopo la veglia, è perduta in queste dolorose elucubrazioni, un gruppo di ragazzini deposita della “spazzatura” sulla sua veranda. Nel momento in cui sta per uscire a sgridarli, si rende conto che questi stavano officiando una sorta di rito funebre privato, portando i loro oggetti più preziosi – pomodori, un pacchetto di gomme, pietre e conchiglie – per omaggiare la madre di Haru, a cui erano molto affezionati. La donna rappresentava ai loro occhi una sorta di personaggio strampalato del posto, “la vecchia strega” e, di conseguenza, Haru è la sua degna erede – molto carina, a questo proposito, la gag in cui viene citata una delle streghette giapponesi più famose di sempre, la dolce Kiki del maestro Hayao Miyazaki.

Tra i ragazzini, a colpire l’attenzione di Haru, è Taro, per via della sua pelle bianchissima che lo fa risaltare in mezzo agli altri, tutti così abbronzati. Taro, ovviamente, incarna Tom, scapestrato e ribelle, tormenta la zia con i suoi scherzi e fa battere il cuore alle ragazze; Haru, invece – nonostante abbia superato da un pezzo l’età dei giochi – nel corso della storia sarà il suo Huck, l’inseparabile amico che segue il protagonista nelle sue scorribande.

Haru, infatti, diventa fondamentale nella vita del ragazzo e Taro, dal canto suo, la aiuterà a non abbandonare la speranza, benché sia ormai sola al mondo. Nonostante la nostra protagonista soffra molto, non riesce a scrollarsi di dosso l’apatia, a liberarsi del peso che porta con sé e della sua straziante solitudine. Poco dopo aver perso la madre, infatti, si troverà ad affrontare un nuovo lutto: la gatta Kuro, ritrovata nella vecchia casa, muore durante la notte, quasi a voler raggiungere la sua padrona. La necessità di seppellire l’animaletto, porta Haru ad un primo contatto ravvicinato con Taro – dopo essere stata involontaria testimone di una sfuriata della zia causata da una delle ultime bravate del ragazzo – che, credendola una strega che si accinge ad effettuare un rituale di magia nera, vuole unirsi a lei per seppellire la gattina. Mentre si trovano al cimitero, però, i due ragazzi assistono ad un terribile avvenimento, un efferato omicidio – è lampante il riferimento al delitto commesso da Joe l’indiano nel romanzo originale – che avviene proprio a due passi da loro. Terrorizzati e sgomenti, giurano insieme di non farne mai parola con nessuno.

Nasce, così, quest’insolita amicizia tra una donna che non riesce a crescere e un ragazzo che ha fatto della voglia d’avventura la sua principale ragione di vita.Haru si ritrova sempre più coinvolta nella vita del luogo e finisce per dimenticare le sue miserie, non riuscendo più a trovare una buona ragione per fare ritorno a Tokyo. L’estate della sua “adolescenza” è cominciata e, anche se ha paura da morire, non è disposta a perdersela per nulla al mondo.

Nella postfazione dell’albo, l’autore confessa che ha sempre desiderato realizzare un’opera tratta da Le avventure di Tom Sawyer e che, quindi, questo volume può considerarsi come “una grande opera elaborata (almeno sentimentalmente) per quindici anni”. Un progetto ambizioso, a cui hanno collaborato moltissime persone, aspetto che il maestro Takahashi desidera sottolineare in maniera particolare. I suoi adolescenti malinconici e inquieti, in costante stato di spleen baudelairiano – a cui ci aveva già abituato nel suo capolavoro Lei, l’Arma Finale – costituiscono la sua cifra stilistica, e l’autore non delude il pubblico neppure stavolta, regalandoci un’opera piena di delicatezza e passione.

 

Titolo: Tom Sawyer
Autore: Shin Takahashi
Editore: J-POP Manga
370 pp., b/n – 14,00 €

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