Stagione di caccia di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari

Stagione di caccia

Immigrazione, coesistenza, razzismo. Sono temi di cui si sente parlare spesso, ultimamente. Stagione di caccia – graphic novel pubblicato da Tunué – di Pagani e Cannucciari li affronta tutti, e lo fa dal punto di vista di un gruppo di personaggi che vive in un piccolo paese al limitare del bosco.

La maggioranza degli abitanti è dedita alla caccia e non ha molta simpatia per Giulia, Tiziana ed Emma, tre donne che si dedicano alla coltivazione biologica e producono ortaggi a km. zero. Spesso le donne vengono “insultate” con l’appellativo di lesbiche, e apostrofate duramente perché forniscono lavoro agli immigrati, impiegandoli nelle loro attività agricole.

Apparentemente le donne inseguono con tenacia i loro obiettivi – in particolar modo Emma – anche se sono costrette ad affrontare una realtà ostile. La tensione sale quando comincia una serie di furti in quelle zone e i cacciatori si sentono autorizzati a istituire delle “spedizioni punitive”, armati di fucili e cani da caccia.

Naturalmente, le principali indiziate – perché magari hanno dato asilo a qualche ragazzo di colore – sono proprio le bio-coltivatrici, costrette a discolparsi di cose che non hanno commesso e, purtroppo, a ricorrere loro stesse alla violenza.

Sì, perché le vite delle nostre hanno diverse zone d’ombra: Giulia, totalmente devota agli animali, in realtà ha in passato ucciso un uomo per via delle sue convinzioni politiche; Emma nasconde una grande rabbia, e forse più pregiudizi di quanto lei stessa si renda conto di avere; Tiziana, infine, si dimostra la più debole tra loro, a un certo punto totalmente in balia degli eventi.

La forza di Stagione di caccia sta nel mostrare varie sfaccettature dell’animo umano, come se Giulia, Emma, Tiziana e i cacciatori stessi non fossero altro che le varie incarnazioni dell’umanità tutta. Tanto che, perfino il capo dei cacciatori, che a prima vista appare come uno zotico dalle vedute ristrette, possiede comunque le sue ragioni, e anche un inaspettato volto da pensatore, come quando, parlando dei cinghiali – che uccide regolarmente – afferma: “Si tratta di qualcosa di infinitamente più vecchio e importante di noi, qualcosa di preistorico. Qualcosa che ha l’odore e la forza di un nubifragio, di un diluvio universale.”

Emiliano Pagani, questa volta alle prese con tematiche molto difficili e importanti, è noto al grande pubblico per la serie di Don Zauker, prete un po’ sui generis dalla bestemmia facile. Ha già collaborato con il disegnatore Bruno Cannucciari all’opera Kraken, libro che si è guadagnato diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Carlo Boscarato 2018 come Miglior fumetto italiano.

Il loro Stagione di caccia conferma il felice connubio tra i due autori, che riescono a dar vita a un’opera che si presta a molteplici interpretazioni, e sicuramente fa davvero riflettere.

Titolo: Stagione di caccia
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