Rocky Joe: torna in fumetteria la serie di Takamori e Chiba

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Torna in fumetteria – accaparrandosi una perfect edition – una serie del lontano 1968, Rocky Joe, nata dalla fantasia e dal lavoro di squadra di Asao Takamori e Tetsuya Chiba. Com’è facilmente intuibile, Rocky Joe non è il titolo originale, bensì un adattamento tutto italiano per Ashita no Joe (Joe del domani), utilizzato per richiamare alla memoria il famoso pugile interpretato, quasi un decennio dopo, da Stallone, con il quale il nostro Joe ha più di qualche punto in comune, a cominciare dalla potenza sul ring e dalle origini popolari.
Il manga ci mostra un volto di Tokyo molto diverso da quello sfavillante e pieno di quartieri alla moda al quale siamo abituati a pensare. La storia è ambientata, infatti, nei bassifondi della città, in un quartiere sporco e degradato, dove Joe approda dopo essere fuggito dall’ennesimo orfanatrofio in cui si trovava. Il ragazzo ha soltanto quindici anni, è povero in canna, senza genitori né fissa dimora. Appena arrivato, attira l’attenzione del vecchio Danpei Tange, un ubriacone soprannominato da tutti il “pugilomane”. I due finiscono per attaccar briga e la cosa degenera immediatamente in rissa. La conseguenza di tutto questo, però, è inaspettata: Danpei rimane folgorato dalla potenza dei pugni di Joe e dalla sua attitudine aggressiva e sfrontata, e decide che, da quel momento in poi, la sua unica ragione di vita sarà trasformare il ragazzo in un pugile professionista. Proprio come Joe, anche l’uomo ha una triste storia alle spalle. Era stato un pugile famoso ma, dopo aver perso un occhio, aveva abbandonato a malincuore la carriera agonistica, ripiegando su quella di allenatore. Purtroppo, aveva riposto le sue speranze in un atleta che, non condividendo la sfrenata passione di Danpei per la boxe, pensò bene di piantarlo in asso alla ricerca di una strada più facile e meno sofferta per la fama. Joe riaccende la scintilla della speranza in un uomo che ormai non aveva più nulla. Così i due fanno un patto: Danpei si occuperà del ragazzo lavorando e, nel frattempo, lui ricambierà i suoi sforzi allenandosi seriamente. Ben presto, però, l’uomo scopre che Joe, invece di allenarsi, comincia a fare bravate di ogni genere per racimolare soldi. Il ragazzo – diventato l’eroe dei bambini del quartiere, che lo “adottano” come una sorta di fratello maggiore – riesce a far credere alla stampa di essere impegnato nella filantropica missione di aiutare questi bimbi, spacciandoli per orfani e convincendo le persone ad elargirgli generose donazioni in denaro. È a questo punto che la polizia interviene e riesce a catturarlo, proprio grazie all’intervento di Danpei – ormai diventato un padre per lui – che desidera far crescere Joe all’insegna della legalità, trasformandolo nel più grande pugile del Giappone. Purtroppo l’atteggiamento strafottente di Joe non piace alle autorità, che decidono in breve tempo di destinarlo ad un riformatorio. Un futuro nero sembra attendere il ragazzo, stabilito da un mondo di adulti sordo e cieco, incapace di comprendere che il suo fare provocatorio è soltanto una difesa per poter sopravvivere.
Rocky Joe è un fumetto che sa essere duro e doloroso, come un gancio destro ben assestato. La vita di Joe è difficile, ingiusta, a tratti disperata. Eppure, proprio in un contesto così terribile, la forza dei sogni rimane inalterata e la speranza diventa l’unica luce in un mondo che non sempre concede a tutti le stesse possibilità. Joe è un piccolo eroe che lotta, morde, scalcia. Un eroe che ci rammenta che non bisogna arrendersi mai.

Titolo: Rocky Joe Perfect Edition
Autori: Asao Takamori, Tetsuya Chiba
Editore: Edizioni Star Comics
368 pp., b/n – 8,00 €

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