Mettersi nei panni degli altri|Vestire gli ignudi

mettersi nei panni degli altri

Mettersi nei panni degli altri|Vestire gli ignudi di Davide Iodice è un lavoro delicato e struggente sulle esperienze degli ospiti dell’Ex Dormitorio Pubblico di Napoli. Un progetto cominciato con “La fabbrica dei sogni” al Napoli Teatro Festival del 2010 e che, oggi, assume le dimensioni di un percorso preciso, articolato e forte, che ha come tema centrale la compassione, sviluppato sulla base di una ricerca sociale e antropologica di spessore.

Gli attori professionisti fanno solo da contorno e hanno delle maschere, Iodice lascia spazio alle storie vissute e si ispira alle Sette Opere della Misericordia di Caravaggio. Spettacolo per pochi spettatori a replica, che si articola nelle varie stanze del Dormitorio. Un lavoro sulla perdita di se stessi e degli affetti, che si traduce inevitabilmente in una perdita dell’identità. Maria legge le carte e declama poesie nella stireria; Giovanni era un pescatore di corallo ed è roso dalle sue colpe; Peppe cantava agli sposalizi e ha perso l’amore della sua vita, ce lo racconta mentre viene proiettato il filmino del suo matrimonio; Luciano offre caramelle e mostra i suoi oggetti, raccolti per strada e custoditi; Osvaldo, infine, corre e si prodiga per il figlio.

Una guida accompagna il pubblico da una stanza all’altra, attraversando corridoi lunghi e bui, con stanze ai lati ed etichette recanti i nomi degli ospiti. Più ci si addentra nella rete di queste storie, più la commozione sale agli occhi, trovandosi dinanzi a persone che non hanno più niente se non se stessi e i propri ricordi. Nessuno ti salva se hai smarrito la strada, se per un momento hai deviato dal tuo naturale percorso, puoi contare solo su te stesso. Sembra vogliano dirci questo, con parole semplici e coraggio.

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