Strategie Fatali

le strategie fatali

Le Strategie Fatali è l’ultimo lavoro di Lino Musella e Paolo Mazzarelli, presentato da Marche Teatro con la Compagnia MusellaMazzarelli e EmmeA Teatro, in scena al Teatro Nuovo di Napoli dal 2 al 6 dicembre. Il duo presenta un testo complesso, fatto di tre storie intrecciate tra loro, a metà tra tragedia e commedia, dove indagano il senso contemporaneo del Teatro e della Vita.

Il titolo è un omaggio al testo di Jean Baudrillard che serve da pretesto per raccontare il contemporaneo. Per Baudrillard, infatti, la cultura, oggi, non è fatta per durare ed è oggetto-segno in una società di consumo dove domina un individualismo sfrenato, non esiste felicità interiore e l’individuo vuole essere solo qualcosa in più rispetto agli altri.

Lo spunto di Musella e Mazzarelli, quindi, è formidabile e preciso: l’individuo consuma compulsivamente merci, quasi in maniera bulimica, si identifica con quel che consuma (il “Consumo, dunque sono” di Zygmunt Bauman) ed esiste, dal punto di vista culturale, un preciso gusto borghese per la forma, che differisce a seconda della connotazione sociale. Il gusto dello spettatore, oggi, è differente rispetto anche a quello del passato più recente poiché si presta maggiore attenzione agli elementi scenografici, ai trucchi e ai costumi – dovuto l’omaggio iniziale a Carmelo Bene quando Musella spiega che il teatro è oskené, fuori dalla scena – perdendo di vista il vero senso dell’Arte.

Uno spettatore attento e preparato non avrà difficoltà nell’affermare che il Teatro è divenuta la “casa del consumo” dove la merce spettacolo prolifera fino alla totale implosione, secondo quanto teorizzato da Baudrillard. Sia da spettatori che da individui aderiamo a un modello predefinito che ci ha colonizzati (e consumati) e siamo parte di un sistema dove tutto è sostituibile e non esiste valore in sé. Un Otello presentato in forma di musical si può rimpiazzare con un Otello prodotto da uno Stabile perché entrambi sono oggetti di consumo, merci da consumare e da buttare in appositi cassonetti della differenziata. Lo stesso Shakespeare, oggi, non vale più niente, soprattutto da quando si è affermato il digitale. Non è più magia. Inoltre noi, da lettori e interpreti, ci poniamo, di fronte ai suoi testi (come di fronte a qualsiasi testo classico), in un’ottica anaffettiva.

La differenza emerge quando Iago si sostituisce a un regista vacuo e prepotente, che vuole imporre la propria visione sull’Attore, interpretando Otello alla luce dei “miti d’oggi”. Le immagini dell’Otello, quindi, si sovrappongono alle immagini di un mondo che sta collassando, dovuto anche, in gran parte, al fatto che il teatro ha creato – e continua a creare – oggetti-segni per pochi (l’”intuizione” del regista) e che non ha tenuto in considerazione l’ascesa culturale delle classi basse, poi stritolate e fagocitate dalla televisione divenuto strumento di cultura.

Paolo Mazzarelli è l’attore commerciale, il mattatore che trascina il pubblico a teatro, ed è uno dei mezzi, usati dal meccanismo capitalistico teatrale, per tentare di avvicinare il teatro al consumo televisivo per monetizzare. I tre livelli di drammaturgia, proposti da Musella e Mazzarelli, quindi, non si riferiscono solo alle tre storie narrate, che si intersecano tra loro, ma proprio ai tre stati attuali della società teatrale del consumo: l’attore commerciale, il teatro di regia e l’Attore che interpreta un testo divenendo parte di un tutto. Quindi un attore-feticcio che, manipolando artificialmente i segni di un testo teatrale, ne astrae nuovi valori-segno, che, però, possono anche rivelarsi sbagliati.

Insomma, Le strategie fatali della Compagnia MusellaMazzarelli è spiazzante, imperdibile e, al contempo, osceno. Uno spettacolo ben congegnato, con qualche calo fisiologico, che presenta un cast d’attori di primo livello e che vale la pena citare: Marco Foschi, Fabio Monti, Laura Graziosi, Astrid Casali, Giulia Salvarani, attori di primo livello che assecondano il gioco narrativo del duo indossando, con disinvoltura, ruoli e maschere del teatro di tutti i tempi.

Per saperne di più su “Strategie fatali” del duo Musella/Mazzarelli

Vi consiglio la lettura dell’articolo Le strategie fatali dell’attore Iago in cui Alessandro Toppi parla del lavoro del duo Musella/Mazzarelli riflettendo sia sulla loro drammaturgia che sul senso del Teatro alla luce del decreto ministeriale in atto.

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