Latella vs Eduardo: Natale in casa Cupiello

Natale in casa Cupiello

Come ci si comporta davanti ad un classico? Come si fa a non tradirlo? Cosa fare con un pubblico che conosce perfettamente UNA versione della messa in scena e che sa le battute a memoria? Ci sono molti modi per farlo e Latella ne offre uno e lo fa in un luogo non casuale. Vedere Eduardo al San Ferdinando in  questa veste, infatti, è certamente una scelta simbolicamente molto ammirevole, che sembra aver convinto il pubblico napoletano (ricordiamo invece che quello romano non gradì allo stesso modo).
La messa in scena di Latella si mostra come un climax ascendente. Si parte da un primo atto caratterizzato da una messa in scena molto statica ma non per questo poco emozionante: gli attori in fila l’uno accanto all’altro recitano tutto il testo eduardiano, senza trascurare le didascalie, all’unisono, quasi immobili, se non fosse per qualche piccolo movimento che supporta la scrittura originale, dando peso persino agli accenti. Il risultato è -inaspettamente- molto efficace e certamente più comunicativo di statiche copie malriuscite del teatro eduardiano.

A partire dal secondo atto gli attori iniziano a muoversi sulla scena e il palco si anima anche fisicamente, spostando l’attenzione dal piano metaforico-letterario a quello del movimento dei personaggi. Concetta diventa, pertanto, non solo il traino metaforico della famiglia, ma anche colei che fisicamente prende su di sé il peso dei suoi parenti, senza ricevere da loro alcun aiuto. Nel frattempo la violenza entra in scena fino a culminare nella scena finale della tragedia.
Il terzo atto si mostra, infatti, come un crescendo di tragicità che rende un meritato omaggio a Eduardo, al suo San Ferdinando, a Napoli e alle sue tradizioni presepiali e non solo. Proprio quel terzo atto che Eduardo fu a lungo restio a mettere in scena a Napoli (tra il 1934 e 1936), per non fare oltraggio alla famiglia le cui vicende aveva messo in scena e a tutte le famiglie come quella.

Latella si mette in gioco, come un figlio che vuole sfidare l’autorità di un genitore, e -mostrando di identificare il protagonista col suo celeberrimo interprete quando, nel primo atto, gli fa mimare l’atto della scrittura mentre gli altri recitano le didascalie della sceneggiatura- di porsi come Tommasino col padre Luca.

Nella apparente lontananza dal testo eduardiano il regista, pertanto, rende in modo molto fedele il senso del testo, nonostante la messa in scena completamente diversa e l’utilizzo innovativo degli spazi e degli attori a disposizione. Latella ha dimostrato, insomma, a tutti noi come si può superare un mito senza essere irrispettoso, persino ‘uccidendolo’.

NATALE IN CASA CUPIELLO

di Eduardo De Filippo
regia Antonio Latella

con Francesco Manetti, Monica Piseddu, Lino Musella, Valentina Acca, Francesco Villano, Michelangelo Dalisi, Leandro Amato, Giuseppe Lanino, Maurizio Rippa, Annibale Pavone, Emilio Vacca,  Alessandra Borgia

drammaturga del progetto Linda Dalisi
scene  Simone Mannino e Simona D’Amico
costumi Fabio Sonnino
luci Simone De Angelis
musiche
 Franco Visioli
assistenti alla regia Brunella Giolivo, Irene Di Lelio
assistente alla regia nella prima edizione Michele Mele

produzione Teatro di Roma

Teatro San Ferdinando

Dal 16 al 27 novembre

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