La rivolta storica

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La libertà è al principio di tutte le rivoluzioni che possono esistere solo grazie alla rivolta, un movimento di breve respiro, l’idea da cui ha origine tutto. Abbiamo già visto che la moderna rivoluzione metafisica comincia con Sade e la morte di Dio e finisce con la Rivoluzione Francese, col regicidio. Eppure, prima del 1789, erano stati uccisi altri re ma che cosa stava cambiando? Stava cambiando il linguaggio dogmatico grazie al Contratto Sociale di Rousseau che stava diffondendo una nuova religione in cui dio è la ragione e il popolo è il suo rappresentante in terra. Il patto tra i cittadini crea il popolo così come il patto tra popolo e re fonda la monarchia. Prima di Rousseau, Dio faceva i re che, poi, faceva i popoli. Dopo il Contratto Sociale i cittadini creano il popolo che, poi, fa il re. Dio non esiste più. Il Re non è più Dio in terra, non ha più caratteristiche divine. Rousseau, quindi, ha creato una religione civile che, per esistere, deve far sparire il sovrano detronizzato. Saint-Just ha reso praticamente possibile tutto questo mentre, invece, Hegel è responsabile di aver completato la seconda fase del processo di de-divinizzazione razionalizzando persino l’irrazionale. Ha aggiunto al regicidio il deicidio, eliminando le ultime vestigia dell’autorità divina e seguendo le tracce di Stirner, secondo il quale bisogna uccidere la morale dei princìpi dove si trova ancora il ricordo di Dio. Con la Rivoluzione Francese è stata creata una forma di auto-coscienza, quindi il riconoscimento dell’Uomo dagli altri uomini, e la concreta possibilità di vivere senza trascendenza e virtù, come nel caso dei cristiani russi o di alcune frange partigiane italiane. Il primo vero passo per una società laica.

Nel raccontare la rivolta storica, Camus prende decise posizioni politiche, racconta lo scandalo di Dio tracciando un percorso deciso che arriva sino a noi. I capitoli della rivolta storica sono necessari per capire come siamo arrivati al nostro tempo passando per gli episodi basilari della Storia. Il risultato è sempre lo stesso: l’uomo non può accettare la storia così com’è e ha bisogno di agire per sovvertire l’ordine ma il problema della storia è che si stabilisce sempre un ordine nuovo che verrà rotto. Camus non tira in ballo, ancora, lo “straniero” ma già ci conferma che il rivoltoso esiste in relazione a un potere ed è straniero poiché non appartiene a una determinata ideologia. Tutto è un problema di identità, quella che oggi manca alla nostra Nazione.

 

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