Il ponte delle Spie di Steven Spielberg

il ponte delle spie

Il ponte delle spie (titolo originale “Bridge of Spies”) è il nuovo film di Steven Spielberg, tratto da una storia vera, che uscirà in Italia il 17 dicembre del 2015 e vede come protagonista Tom Hanks. Il film racconta la crisi, tra USA e Russia, durante la Guerra Fredda dopo l’abbattimento di un aereo-spia americano, il Lockheed U-2, e la cattura del pilota Francis Gary Powers da parte dei russi.

Dopo aver lavorato su film di guerra complessi e di successo come “Salvate il soldato Ryan” e “Schindler List,” Steven Spielberg torna sul genere ma con una visione del tutto nuova: questa volta l’azione è impostata a Berlino. Non c’è nessuna guerra che infuria ma un conflitto più sinistro e segreto, una lotta per il predominio del mondo tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, storicamente indicata come “Guerra Fredda”.

Una spia sovietica, Rudolf Abel, è appena stato catturato negli Stati Uniti, e un pilota americano, Francis Gary Powers, è stato catturato in Europa orientale ed entrambe le spie sono parte di una negoziazione. Il problema è che lo scambio è così delicato che entrambe le parti non vogliono entrare nel merito, per questo motivo il ruolo del negoziatore non ufficiale cade su un avvocato “senza volto”, James Donovan, interpretato da Tom Hanks. In questo modo, se la mossa fallisce, nessuno di importante perde la faccia.

Una trama che non appartiene al genere, con forti caratterizzazioni e una sceneggiatura da film indipendente. Ma Spielberg è un regista così astuto e versatile che la plasma a modo suo facendola virare verso altri lidi evidenziando magistralmente la vera essenza della guerra fredda, fatta di frontiere senza volto, di diplomazia e spionaggio. La posta in gioco è troppo alta e tutto si mantiene sul filo del rasoio. Il pezzo forte della pellicola, capace di catalizzare l’attenzione degli spettatori, è Tom Hanks, che deve destreggiarsi tra mille insidie e far in modo che avvenga lo scambio dei prigionieri tra USA e URSS. Ed ecco che si compie il dramma: Spielberg spiega che l’eroismo, in tempo di guerra, non è per forza di cose legato al campo di battaglia ma può riguardare anche un uomo che agisce per un ideale e per delle convinzioni.

Un’altra virtù de “Il ponte delle spie” è l’alternanza virtuosa tra narrazione e psicologia dei personaggi, con uno Spielberg magistrale a suo agio sia nelle scene più emotive che in quelle minori. Una grande prova condotta con una squadra fidata, ben diretta,  che non mancherà di stupire il pubblico italiano.

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