Il Corvo: Memento Mori

Il Corvo di James O’Barr è una di quelle storie che sono entrate nella leggenda. Forse perché la storia è magistralmente scritta e disegnata, o forse perché la tragedia reale alla base del fumetto – la fidanzata dell’autore fu investita, giovanissima, da un pirata della strada ubriaco – continua a commuovere milioni di persone. Come si colloca, dunque, in tutto ciò, il nuovissimo Il Corvo: Memento Mori di Roberto Recchioni e Werther dell’Edera? Tanto per cominciare, si tratta di un’opera interamente made in Italy, dal taglio molto moderno – con i dialoghi dinamici e privi di orpelli a cui ci ha abituati Roberto Recchioni con il suo Orfani – realizzata in collaborazione con la IDW e con la speciale supervisone di O’Barr.

Il Corvo: Memento Mori, infatti, è un’opera dal ritmo fluido, veloce, d’impatto. Si discosta dalle atmosfere – anche nella scelta dello stile e dei colori – più prettamente gotiche del Corvo originale, ma mantenendo inalterato quel gusto per il macabro e il grottesco, esasperato da personaggi infelici e caricaturali. L’eroe protagonista di questa rivisitazione, ambientata nella “città eterna”, è David ed è soltanto un ragazzino – “a sedici anni si balla, non si muore”, asserisce lui stesso con certa saggezza – che fa il chierichetto non tanto per amore di Cristo, quanto piuttosto per seguire la bella Sarah, di cui s’innamora pazzamente fin dalla tenera età di dieci anni.

David è un timido, un bravo ragazzo che comincia appena ad affacciarsi alla vita. L’affascinante compagna di giochi ricambia i suoi sentimenti, ma i due non sono liberi di vivere il loro amore, perché sulla loro felicità incombe l’ombra funesta di padre Raphael, che si occupa di castigarli per bene se commettono l’errore di abbandonarsi alla loro passione adolescenziale. Noi lettori facciamo la conoscenza della coppia quando è ormai troppo tardi, nel momento in cui i due ragazzi sono ormai già morti, uccisi da un tir guidato da un folle, nel bel mezzo di una processione religiosa.

David, così com’era stato per Eric – il primo Corvo – torna dalla morte e ha tutte le intenzioni di vendicarsi di chi gli ha rubato per sempre la giovinezza e l’amore. La figura di David, pallido ed esile adolescente, somiglia un po’ agli eroi tormentati di burtoniana memoria, trattandosi di un pupazzo tornato in vita, tenuto insieme da pezzetti di scotch.

Questa miniserie in quattro volumi – di cui l’ultimo tassello è stato presentato in anteprima all’Etna Comics, appena qualche giorno fa – è un’opera che omaggia l’originale, pur mantenendo inalterata una sua forte identità e contribuendo, al tempo stesso, a mantenere in vita un antieroe che è certamente entrato a far parte del nostro immaginario collettivo. Anche dal punto di vista della “confezione”, Il Corvo: Memento Mori è una serie davvero godibile, ricca di accorgimenti grafici che definirei – se mi passate il termine – da sballo: le alette interne della copertina rigida sono sagomate a forma di ali di corvo! In più, oltre alla storyline principale, all’interno di ogni albetto sono presenti delle storie brevi dal forte sapore underground, affidate tutte a bravissimi autori della scena italiana, da Matteo Scalera a Davide Furnò.

Titolo: Il Corvo: Memento Mori
Autori: Roberto Recchioni, Werther dell’Edera
Editore: Edizioni BD
32 pp., col. – 3,90 € cad.

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