Il buco noir – Earl Foureyes Mutant Detective di Stefano Zattera

Il buco noir

Da quando il Superburocrate ha il pieno controllo della galassia, la vita per il detective Earl Foureyes si è fatta difficile, perché lui è proprio il tipo di persona a cui le regole stanno strette.

Quella che vi ho appena descritto è la premessa de Il buco noir – Earl Foureyes Mutant Detective di Stefano Zattera, un altro dei tasselli che compongono l’incredibile affresco del Progetto Stigma, pubblicato da Eris Edizioni.

Il titolo è un ovvio gioco di parole tra i due generi a cui appartiene l’opera – il noir, appunto e la fantascienza – dato che un buco nero vero e proprio sta risucchiando via il colore dalla galassia. Un inspiegabile forza cosmica che, alterando le percezioni visive di ognuno, eliminerà i colori dalla Via Lattea, a eccezione del bianco e nero.

L’anno è il 3019, siamo a Sick City, una “merda di città” nelle parole del nostro protagonista, che si sviluppa in verticale per via del sovrappopolamento: in orizzontale non c’è più spazio, quindi le persone vivono nei diversi strati e come sempre accade, chi sta più in alto ha anche un peso diverso nella scala gerarchica. Come dicevo all’inizio, il potere è concentrato nelle mani di questo fantomatico Superburocrate, che ha messo al bando i supereroi e anzi gli dà la caccia con l’ausilio delle “copie carbone”, squadre di cloni in giacca e cravatta dalla potenza infallibile.

La storia di Earl comincia al suo bar preferito, dal quale assiste alla proiezione dell’ologiornale: giganteschi ologrammi che monopolizzano l’attenzione dei cittadini con notizie molto spesso fasulle o funzionali a mantenere l’ordine precostituito. Inutile dire che il nostro Foureyes detesta cordialmente queste pagliacciate, sia quelle che hanno a che vedere con gli ZOMO, un popolo di zombie “rossi” accusato di star seminando il terrore con degli attentati, sia per ciò che riguarda Lady Matanga, cantante, guru e influencer in buonissimi rapporti con la superburocrazia. Inoltre, il nostro Earl è coinvolto in prima persona in “azioni sovversive”, visto che dà rifugio all’ultimo supereroe rimasto in libertà, Astroman.

Come se non bastasse, viene intercettato da Burt Doublenose, che contatta Foureyes per indagare sull’omicidio della figlia Betsy, dato che la polizia ha archiviato il caso senza pensarci due volte. Il punto è che un investigatore privato non può accettare delle indagini che la polizia ritiene già chiuse. Andare contro le regole potrebbe costare al nostro tostissimo detective un viaggetto di sola andata nei campi di rieducazione…

Ma Il buco noir è molto di più di tutto questo: tra citazioni, meta-fumetto e riferimenti ai romanzi di Raymond Chandler, è un raffinato collage di cultura pop e “mazzate serie”, con personaggi portentosi che popolano un mondo a cui è davvero difficile portar via il colore. Nonostante il clima dittatoriale, i protagonisti di questo fumetto si divertono da matti, sia a menar le mani, sia indulgendo in altri simpatici passatempi per cui Foureyes è particolarmente dotato (ehm) e riescono a far divertire anche il lettore in questo rocambolesco viaggio intorno alla galassia.

Stefano Zattera ha un’enorme esperienza nel mondo dei fumetti – e non solo – e produce fumetto underground sin dagli anni Novanta. In questo sfaccettato e pirotecnico buco noir trova spazio anche un doveroso omaggio ad AkaB, mente e cuore pulsante del favoloso Stigma.

Titolo: Il buco noir
Autore: Stefano Zattera
Editore: Eris Edizioni
176 pp., col. – 29,00 €

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