I 10 migliori dischi del 2015 (+1)

Il 2015 si sta per concludere ed è giunto il momento di fare una lista dei dieci album migliori dell’anno più un extra. Non è una classifica, quindi non sono inseriti dal primo al decimo, ma è solo un elenco personalissimo di uscite interessantissime che vi consigliamo di recuperare se non l’avete ancora fatto.

 

Sufjan Stevens – Carrie & Lowell

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Sufjan Stevens ha sempre avuto una scrittura personale e intimista, e, come un novello Proust, è sempre partito dalle sue esperienze di vita per descrivere qualcosa di più grande e, con Carrie & Lowell, ha scritto un bellissimo romanzo. Le canzoni esplorano l’infanzia, la famiglia, il dolore, la depressione, la solitudine, la fede e la rinascita sfruttando un linguaggio diretto e risoluto. Ci sono riferimenti biblici e alla mitologia ma sono solo degli spunti per parlare di sé attraverso la sua musica.

 

 


91hHe6NhihL._SL1500_Cassandra Wilson – Coming Forth by day

Una delle caratteristiche del suono di Cassandra Wilson è l’utilizzo di strumenti della tradizione folk americana che, in Coming Forth By Day, suonano con gli strumenti propri della tradizione jazz. Le sonorità sono estese, l’ascoltatore si abbandona al flusso sonoro che miscela vecchio e nuovo in un lavoro importante, dedicato a Billie Holiday

 

 

 


tame-impala-currentsTame Impala – Currents

Con Currents i Tame Impala sono giunti a un indeterminato genere, a metà tra psichedelica e disco, che “bignamizza” tutti i generi musicali alternativi, dagli anni ’70 a oggi. Furbi ma anche talentuosissimi, sempre alla ricerca della forma rock del nostro secolo. Non per tutti i gusti ma dategli un ascolto.

 

 


iosonouncane-dieIosonouncane – DIE

La musica italiana non è morta: DIE ne è la prova. Tanti generi mescolati, atmosfera onirica, tanta tensione. Jacopo Incani ha fatto centro e ha creato un concept-album in sei parti che racconta la storia di un uomo che si trova in mezzo al mare e teme la morte. Intenso, come pochi dischi.

 

 


Jamiexx-InColourJamie XX – In colour

Irresistibile. Ci sono dei passaggi fantastici in questo disco, a partire dal brano di apertura, “Gosh”. Si parte lentamente e, man mano che si procede nell’ascolto, l’album cresce, si intensifica con sfumature sempre diverse fino a divenire magmatico. Non è necessario essere appassionati di elettronica, basta lasciarsi coinvolgere dal suono.

 

 

 


GoonTobias Jesso Jr. – Goon

Guai a chiamarlo “derivativo”, Tobias Jesso Jr. è più che mai figlio della sua epoca. Può essere confrontato con tutto il songwriting che proviene da Elton John, Randy Newman, Joe Cocker ma conosce la musica e sa plasmarla a suo piacimento. Sa di essere imperfetto, sa di metterci molto cuore nelle sue canzoni ma è proprio questo che rende Goon un oggetto meraviglioso.

 

 


Shakes_SoundColor_PackshotAlabama Shakes – Sound & Color

Una band raffinata ed elegante che propone i suoi suoni e colori della musica, intrecciando le proprie trame col blues e con un pop d’avanguardia, a tratti oscuro. C’è l’America in questo disco, ci sono riff studiati e c’è una cultura musicale da non trascurare. Sono ancora agli inizi ma i risultati sono strepitosi.

 

 

 

untethered_moonBuilt To Spill – Unethered Moon

Il cuore vibrante dei Built to Spill c’è ancora e pulsa. Ci sono nuove sfumature, nuove melanconie ma l’ottavo disco dei Built to Spill suona come un disco di Neil Young di fine anni ’90 ed è come sentirsi a casa.

 

 


ghostpoet_shedding_skinGhostpoet – Shedding Skin

L’Alt-Rock ha raggiunto nuovi territori con Ghostpoet, anche dal punto di vista testuale. Tratta temi universali ma lo fa con una narrazione ubriaca ma convincente. Featuring perfetti, tanta eleganza e fascino con qualche deriva sperimentale già masticata nel primo lavoro.

 

 

 

Julia-Holter-Have-You-In-My-WildernessJulia Holter – Have you in my wilderness

Julia Holter è divenuta più accessibile nonostante restino aperti tanti enigmi della sua musica. Una cantautrice che ama giocare con il suo personaggio facendo indossare alla sua musica vestiti sempre diversi.

 

 

 

Extra

Verdena – Endkadenz Vol.1: forse, alla lunga, si può dire che ha sofferto la separazione con il vol.2 mentre, invece, con Wow, è possibile, sin da subito, fare un discorso di compattezza nell’eterogeneità dei suoni. Graffia, ammalia ma poi perde colpi col passare del tempo. Eppure è l’undicesimo album del 2015!

 

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