Essere Nanni Moretti di Giuseppe Culicchia

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Essere Nanni Moretti di Giuseppe Culicchia, edito da Mondadori, è un libro leggero, ironico, satirico. Giuseppe Culicchia, torinese, è noto per Tutti giù per terra, best-seller uscito vent’anni fa, potentissimo esordio da cui è stato anche tratto un film. L’autore era stato scoperto da Pier Vittorio Tondelli nell’ambito del progetto di scrittura giovanile Under 25, da cui verranno i Cannibali pulp.

Essere Nanni Moretti è il suo ultimo lavoro, uscito nel 2017.

Bruno Bruni è un uomo con un grande sogno: scrivere il Grande Romanzo Italiano (tutto con la maiuscola). Soprattutto, essere il nuovo Alessandro Baricco, il nuovo Roberto Saviano, vincere lo Strega, il Nobel e così via. Entrare finalmente a far parte dell’aureo mondo della letteratura. Peccato, però, che per ora si arrangi soltanto a fare il traduttore di libri che neppure apprezza. Non ha scritto neppure una parola della sua grande opera. Convive con Selvaggia, volgarissima spogliarellista che ha sempre voluto fare l’attrice. Sogno perso in partenza, com’è per lui.

Ma un’azione banalissima cambierà la sua vita. Un giorno, si fa crescere la barba. E tutti cominciano a scambiarlo per Nanni Moretti, il celebre regista di Bianca, Caro Diario ed Ecce bombo. Tutti cominciano a chiedergli autografi, foto e a citargli frasi dei “suoi” film.

È Selvaggia ad avere l’idea: se tutti ti scambiano per Nanni Moretti, Bruno, allora tu da oggi sarai Nanni Moretti. Così i due cominciano a girare l’Italia sotto falso nome, Nanni Moretti  e la sua assistente.

Essere nei panni del grande regista, però, porta Bruno sempre più a farsi domande, a non capire dove finisca lui e inizi l’altro. E allora anche lui comincia a misurare la sua vita con il metro, come fa Nanni Moretti in Aprile, anche lui avrebbe voglia, come in Palombella Rossa, di mettersi a correre e a gridare come un pazzo che non riavrà mai il suo passato, che non riavrà mai la sua casa com’era quarant’anni prima, che le merendine di quando era bambino non torneranno più.

Essere Nanni Moretti è una critica esilarante ma feroce al mondo dell’editoria italiana (l’editore, ad esempio, chiede a Bruno di inventarsi una qualche malattia rara e di fare leva sulla compassione del pubblico per vendere copie e vincere premi), ironica e autoironica – più volte Culicchia si cita nel suo libro come esempio negativo di scrittore, più volte si lascia deridere e insultare da Bruno Bruni: dove siamo arrivati, se persino Giuseppe Culicchia riesce a vincere dei premi?

È una riflessione sulla perdita e l’accettazione di sé e dei propri limiti.

È la consapevolezza che, a volte, dobbiamo lasciar andare i sogni, non piegarci ai compromessi, distruggere l’invidia.

Bruno Bruni e Selvaggia sono due persone pessime, egoiste, false.

Che faranno ogni cosa pur di sopravvivere.

Come tutti.

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