Casa di foglie di Mark Z. Danielewski: il libro introvabile della letteratura ergodica

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Casa di foglie. Il libro introvabile di Mark Z. Danielewski. Stampato in Italia da Mondadori e subito sparito. In tanti ne hanno sentito parlare, in pochi sono riusciti a leggerlo. La storia editoriale – o, meglio, l’avventura – è ormai entrata nella leggenda, e ne servirebbe un resoconto a parte. Ormai averne una copia equivale a un trofeo (oltre che a una ricchezza). Per fortuna esistono le biblioteche.
Casa di foglie. Un libro che si apre con le parole: “Questo non è per te”. Non male.
Per inciso, il padre di Danielewski è Tad Danielewski, regista polacco sperimentale. E nel libro, per tutto il tempo, si nota. È come vedere un corto sperimentale su carta.
Il libro introvabile, il libro della letteratura ergodica. Ergodica? Ergodica, sì. Come l’I Ching o i libri di Queneau. Quella letteratura che chiede al lettore uno sforzo non solo a livello di contenuto, ma anche di forma. Il lettore deve sprofondare, sudare, soffocare, intrecciarsi e contorcersi. Deve scavare a mani nude il percorso e poi percorrerlo.
E se si è appassionati di letteratura sperimentale, surreale, folle e postmoderna, a questo punto non si può che essere curiosi.
Ma di che parla Casa di foglie?
Non a caso, di un film perduto e fatto circolare in copie clandestine. Il film è “The Navidson Record”. L’ha girato Will Navidson, un fotoreporter.
“Ognuna delle foto di Navidson rivela con quanta forza egli detestasse la distruzione nella vita umana e con quanta disperazione tentasse di conservarne la volatile bellezza”.
Navidson ha acquistato una casa, si è trasferito assieme alla moglie Karen e ai due figli. Ma un giorno si è accorto di un dettaglio sconvolgente. All’interno, la casa è più grande che all’esterno. E sembra non esserci spiegazione. Inizia così il suo terrificante documentario. Da un particolare che sembra insignificante si giunge all’horror psicologico. Il fotografo esplora e fa esplorare la casa come uno speleologo. Noi però non sentiamo il suo racconto. Noi stiamo leggendo il saggio scritto dal vecchio Zampanò, che ha dedicato la sua vita a scrivere del film di Navidson. Zampanò con i suoi piccoli occhi di ragno strizzati nell’oscurità della sua casa. Zampanò che somiglia a un Borges che ha letto di tutto e cita passi di libri a memoria. Ma non è finita a qui.
Troviamo note al testo che proseguono un’altra narrazione. Stavolta a parlare è Johnny Truant, un giovane che lavora presso un tatuatore e acquista la casa di Zampanò dopo la morte del vecchio. E trova i suoi fogli e i suoi appunti sparsi ovunque. Quella di Zampanò è una casa di foglie e di fogli.
Ognuno di loro viene risucchiato dagli incubi della stessa storia. Navidson. Zampanò che scrive. Truant che legge.
Tutti siamo nella casa. Tutti ne osserviamo i rumori e ne ascoltiamo il buio.
Ognuno di loro lentamente impazzisce. Ognuno di loro cerca “un avamposto di difesa contro la transitorietà del mondo”.
Lo spazio si fa umano. La casa respira.
La differenza tra vero e falso si fa sempre più sottile e inverosimile. “The Navidson record” è esistito davvero? È una storia vera? È, a tratti, uno snuff movie? È un falso documentario, un mockumentary? Uno scherzo, una follia?
E soprattutto: queste domande hanno più importanza?
Leggere Casa di foglie è come guardare INLAND EMPIRE di David Lynch e Adieu au langage di Godard. Contemporaneamente, però. Lascia storditi, spaventati e confusi. Eppure è una delle più interessanti esperienze letterarie che si possano provare.
Forse è un libro che va letto saltando e correndo da una parte all’altra. Ci si arrampica sull’orrore di testi in braille, frasi a testa in giù, quadrati di testo, spartiti musicali, periodi obliqui, linee, punti, figure, disegni, schizzi, fotografie, deliri, caratteri differenti, sottolineature e parole barrate. Note, sottonote, personaggi veri e inventati. È una specie di valzer grottesco.
È il traballante linguaggio dell’erotismo e dell’amore a mascherare il dolore e il vuoto. È l’arrivare a sperare che un mostro ci sia sul serio, da qualche parte, perché altrimenti si è soli davvero. Se un mostro non c’è significa che tutta quella paura è vera e inspiegata, è pragmatica, non è un qualcosa che si può allontanare lasciandola nella bolla consolatoria del surreale. È bello, avere un mostro da incolpare.
Altrimenti quella paura riguarda davvero ognuno di loro. Ognuno di noi.
Altrimenti vuol dire che i corridoi percorsi un migliaio di volte possono farsi all’improvviso più lunghi. Le ombre più scure. Le certezze crollare.
Le maschere sciogliersi rivelando il nostro volto di creature identiche e terrificanti.
Vuol dire che i nomi non serviranno più a salvarci.
“E allora inizieranno gli incubi”.

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9 risposte

  1. Daphne ha detto:

    Grazie mille! Mi sono appena accorta di avere in casa una piccola fortuna *_*

  2. KineticEcho ha detto:

    non per fare pubblicità, ma su Unilibro era indicato come “di prossima pubblicazione”, stato che ad oggi è cambiato in “in pubblicazione”. E’ possibile preordinarlo e io ne ho acquistate due copie (una per me e una per un regalo).

    • Valeria Lattanzio ha detto:

      Sì, adesso tornerà finalmente in stampa! Lo acquisterò di sicuro anch’io, ho dovuto a malincuore ridare la copia che ho letto alla biblioteca. Era davvero ora di una ristampa.

      • Eleonora ha detto:

        Effettivamente anche su Amazon il libro è passato da “non disponibile” a “non ancora disponibile”. Nel dubbio ho fatto anche io un preordine, speriamo bene!

  3. Carmine ha detto:

    Unilibro è poco attendibile. Molto spesso dà In pubblicazione libri che non lo sono affatto.

    • KineticEcho ha detto:

      Non ne ero al corrente, però dalla pagina relativa al mio ordine c’è scritto che hanno ordinato i libri dal fornitore e stanno aspettando la consegna. Se fosse una manovra fatta solo per prendersi i soldi ci sarebbero gli estremi per una denuncia per truffa! Comunque, come fatto notare da Eleonora, è possibile preordinarlo anche su Amazon (anche se la data è gennaio 2030, più un segnaposto che una data effettiva), quindi penso e spero che abbiamo solo preso gli ordini con largo anticipo.

    • Alessia ha detto:

      Confermo. Avevo ordinato tramite il sito di Unilibro un libro fuori ristampa, perché era l’unico sito che me lo dava disponibile. Per 3 mesi mi hanno saputo solo dire che il fornitore ci stava mettendo più del previsto e solo dopo il quarto mese mi informano che non era stato ristampato… Fortunatamente sono riuscita a trovarne ancora una copia presso un privato. Lo sconsiglio vivamente.

  4. Matteo ha detto:

    Unilibro è famoso per prelevare i soldi subito dalla vostra carta per libri che NON hanno: suggerisco di evitarlo come la peste, onde evitare di perdere completamente il vostro denaro. Da segnalarli all’AGCOM e fare una denuncia per frode.

  5. Alessia ha detto:

    Confermo. Avevo ordinato tramite il sito di Unilibro un libro fuori ristampa, perché era l’unico sito che me lo dava disponibile. Per 3 mesi mi hanno saputo solo dire che il fornitore ci stava mettendo più del previsto e solo dopo il quarto mese mi informano che non era stato ristampato… Fortunatamente sono riuscita a trovarne ancora una copia presso un privato. Lo sconsiglio vivamente.

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